08 marzo 2015

FRANCESCA PACE: VINCOLO DI SANGUE

Approfondiamo l'ultimo capitolo della Saga THE HYBRID'S LEGACY : VINCOLO DI SANGUE.

Sinossi

Nulla è come sembra. Il dolore, la morte, la magia...ogni cosa che ruota intorno alla vita di Emma e dei suoi compagni sta per essere sovvertita da un potere arcano e misterioso che entrerà nelle loro vite in modo violento.
Le alleanze cambieranno e la schiera di Danielle si arricchirà di uno spietato e quanto mai inaspettato alleato pronto a tutto per prendere la vita di Emma...
Anche quando il cuore di Emma vacillerà, incapace di sopportare questa nuova, dolorosa ed impensabile verità, lei dovrà trovare la forza di compiere il proprio destino...dovrà mettere a tacere il suo cuore fin troppo umano e le proprie emozioni...dovrà confrontarsi con la parte peggiore di sé per cercare di salvare il suo mondo.
Che ruolo avrà la Congrega dei Guardiani in questa nuova battaglia?
L'intimo sentimento che lega i due immortali saprà salvarli? Potrà l'amore assoluto che Emma prova per Gabriel rendergli salva la vita...ancora una volta?
Amore, tormento, paura...questi i sentimenti che accompagnano le giornate della bella ibrida che porterà a compimento il suo cambiamento, divenendo una donna forte e coraggiosa in grado di ripristinare gli equilibri del proprio mondo.
Che ruolo avrà la Congrega dei Guardiani in questa nuova battaglia?
L'intimo sentimento che lega i due immortali saprà salvarli? Potrà l'amore assoluto che Emma prova per Gabriel rendergli salva la vita...ancora una volta?
Amore, tormento, paura...questi i sentimenti che accompagnano le giornate della bella ibrida che porterà a compimento il suo cambiamento, divenendo una donna forte e coraggiosa in grado di ripristinare gli equilibri del proprio mondo anche a dispetto di un potere maledetto che tenterà di condurla attraverso le tenebre fino al luogo suo piú oscuro.

430 pagine
2,99 cent ebook
14,90 cartaceo

DICE DI SE....

Mi chiamo Francesca Pace e sono nata a Roma 35 anni fa.
Da sempre appassionata di scrittura e lettura, ho scritto racconti e poesie che ho tenuto chiuse in un angolino fino a quando mi sono fatta coraggio e ho deciso di tentare, con questo romanzo, la via della pubblicazione.
Abbandonate le fantasie e i desideri di diventare scrittrice subito dopo l'adolescenza, anche e soprattutto a causa delle necessità che mi sono trovata a fronteggiare, mi sono dedicata ad altri studi universitari laureandomi in fisioterapia.
Sono mamma di due splendidi bimbi ancora piccini e solo ora, una volta abbandonatala la carriera in Italia, e dopo essermi trasferita a Zurigo per seguire il mio cuore, ho rimesso mano alla penna.
Il primo capitolo della saga, "Emma", è nato dal desiderio e dalla voglia di raccontare una bella storia, avventurosa e appassionata, alla mia bambina, Emma.
Quando ho iniziato a scriverlo lei aveva solo due anni, ora ne ha quattro. Mi piaceva l'idea di lasciarle un bel libro da leggere, uno di quei libri in cui la principessa è una guerriera coraggiosa e determinata, proprio come spero sarà lei da adulta. La passione per la magia Wicca e per l'immortalità hanno, poi, fatto il resto.
La mia passione per la scrittura è nata in modo semplice e puramente casuale. Quando avevo undici anni mia madre mi ha regalato un'agenda, un diario. Ero una ragazzina particolarmente introversa e decisamente poco incline alla comunicazione e al dialogo. 
Mia madre sperava, ed aveva ragione, che attraverso la scrittura sarei riuscita ad esprimere quanto non ero in grado con le parole. Certo non immaginava che scrivere sarebbe diventato il mio rifugio incantato e sicuro. Attraverso le parole mi liberavo delle negatività e dei pensieri pesanti e le utilizzavo, anche e soprattutto, per esternare i sentimenti e gli affetti. Presto sono passata dal raccontare alle pagine del mio diario quanto mi accadeva a raccontare, semplicemente, storie, fantasie, che piano piano sono diventati racconti.
Li conservo ancora tutti quei diari. Un giorno credo proprio che li andrò a rileggere.


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ESTRATTO 1

Emma non era mai stata più distaccata.
Aveva tagliato fuori ogni sentimento umano ed ogni sensazione o empatia.
Si rifiutava di guardare quella donna come si guarda un essere umano. In quel momento Tanja era un mostro sanguinario come lo erano Danielle e Sandra e, come tale, andava trattato.
«Non ti ripeterò la domanda una seconda volta».
Le disse in un modo che sorprese tutti e costrinse i suoi amici a guardarla per accertarsi che fosse ancora lei.
Il volto di Emma era una maschera di determinazione ed odio. La pelle tesa evidenziava il profilo deciso degli zigomi e gli occhi grandi e spalancati erano privi di ogni sfumatura.
«Emma...».
Serena le era di fianco e si mosse nella sua direzione, ma lei non se ne curò e si spostò di due passi verso la strega che, ammutolita, la osservava.
«Ebbene?».
Chiese di nuovo accompagnando la domanda con qualcosa di più convincente di uno sguardo duro.
Emma inclinò il capo di lato e la testa di Tanja eseguì lo stesso identico innaturale movimento.
Le ossa iniziarono a scricchiolare sotto la carne e la donna cominciò ad urlare.
«Così l'ammazzerai e non ci servirà più a nulla».
Le suggerì Dimitri che aveva fatto un passo avanti pronto ad intervenire.
«Non importa. L'informazione più importante l'ho avuta, il resto posso dedurlo da sola».
Emma non aveva alcuna intenzione di allentare di un millimetro la costrizione sulla donna il cui volto iniziava a diventare cianotico.
«Però… se Tanja volesse farmi la gentilezza di aiutarmi forse le potrei rendere salva la vita».
Aggiunse flettendo il capo un altro poco.
«Incenso... e betulla... e... ».
Balbetto la strega.
«E...?».
Le domandò Emma liberandola un poco da quel poderoso legaccio e permettendole di tirare un respiro.
«E artemisia».
Tanja prese a respirare in modo affannato ora che era completamente libera dalla stretta di Emma. Era affamata di aria.
«Bene… grazie! E perché ti ha fatto bere il suo sangue?».
La interrogò ancora avvicinandosi di più e, cogliendo la sorpresa nei suoi occhi, aggiunse  :«I tuoi ricordi sono così limpidi!».
«Lo hai letto nella mia mente?».
La strega era ammirata.
«Ti ho chiesto perché tu hai bevuto il suo sangue».
Replicò Emma, ignorando quella curiosità.
«Non solo io... eravamo in quattro. Sandra disse che sarebbe stato più al sicuro così che chiuso in un'ampolla».
Emma le arrivò proprio di fronte e le prese una mano nella propria, se la portò alla bocca e la morse all'interno del polso, dove la pelle è più tenera, i vasi più numerosi ed il sangue più ricco.
La strega si lamentò appena e continuò a fissare il volto della sua aguzzina, incapace di distogliere lo sguardo da quegli occhi magnetici, mentre quella riempiva una tazza con il suo sangue.
Quando fu soddisfatta della quantità ondeggiante nel contenitore, Emma si voltò verso Serena.
«Tieni, mettilo al sicuro».
Le disse, mentre Tanja le chiedeva :«Hai detto che mi avresti reso salva la vita... non è così?».
«Ho detto... forse».
Le rispose Emma mentre, dandole ancora le spalle, con gli occhi seguiva Serena uscire dalla stanza con quella preziosa reliquia tra le mani.
«Forse si…».
Aggiunse voltandosi.
«O forse no…!».
Terminò prendendole il viso tra le mani e torcendole il collo con quanta più forza riuscì a richiamare in quelle sue esili, ma micidiali dita.
Tanja cadde a terra come una bambola piena di sabbia. Pesante e inerme.
Emma non aggiunse nulla. Si voltò ed uscì dalla cella.

ESTRATTO 2
"La stanza era completamente al buio.
L'oscurità ne avvolgeva ogni angolo e pertugio. Sarebbe stato impossibile muoversi al suo interno se non se ne fosse conosciuto ogni centimetro.
Il mondo era stato chiuso fuori di proposito.
Nessuna contaminazione e nessun contatto.
L'unico bisogno che lui sentiva ormai da giorni era quello di fare chiarezza. Voleva comprendere quanto gli stesse capitando. Ne aveva bisogno.
Le giornate sembravano aver perso il loro senso. Nulla era per lui importante e nulla gli dava conforto.
A volte però, quando si trovava da solo, come lo era in quel momento, ricordava di aver vissuto momenti in cui aveva avuto qualcosa di cui sentire la mancanza. Attimi in cui si era preso cura di qualcuno e qualcuno si era preso cura di lui.
A volte, quando era da solo e tutta la brutalità di quella sua vita che non ricordava di aver mai vissuto era lontana da lui, solo a volte, sentiva il suo cuore battere ad un ritmo musicale e normale.
C'erano momenti in cui qualcosa di diverso ed inaspettato bussava alla sua mente.
«Che diavolo…?».
Si sollevò di scatto sul letto ed istintivamente allungò la mano al comodino di fianco alla ricerca dell'interruttore della piccola lampada.
Puntualmente lo trovò e quella si accese.
Non aveva bisogno di luce perché la sua vista fendesse quelle fitte tenebre, ma in quel momento quel buio, quell'assenza di luce, gli opprimeva il petto.
«Era solo un sogno!».
Disse più per convincersene che perché lo pensasse sul serio.
Mise le gambe giù dal letto, appoggiò i gomiti alle ginocchia e tenne per qualche secondo la testa tra le mani.
Quando si alzò, si diresse alla finestra e spalancò le tende.
Il suo viso fu invaso da un’ondata prepotente di luce.
Fuori quelle quattro mura, il mondo era andato avanti. La stagione era cambiata ed un tripudio di colori ed odori aveva sostituito i toni algidi dell'inverno.
Solamente nel suo amino tutto era immobile.
Ebbe l'impressione che qualcosa si fosse fermato settimane indietro e lui non fosse in grado di sbloccare quel meccanismo che lo teneva inchiodato ad una vita che poco gli apparteneva.
Gabriel rimase in piedi, in silenzio, cercando di seguire quel pensiero che lo aveva svegliato ridestandolo da un sonno agitato.
«Emma...».
Bisbigliò, ed in quel bisbiglio appena accennato esplose una scintilla fatta di immagini e ricordi.”

ESTRATTO 3
Patrick fu il primo ad abbassare lo sguardo, schiacciato dalla voglia di fare un altro, misero passo in avanti e baciarla in modo furioso.
Annientato da un sentimento che non riusciva a spiegare neanche a se stesso, si sentì incapace di sostenere l'intensità di quegli occhi color del miele d'acero. Erano densi e sembravano liquidi, tanto erano intensi.
(.............)
Serena, che era già voltata di spalle pronta per lasciare la camera, si fermò sull'uscio e rimase immobile per un momento.
Per la prima volta nella sua lunga vita detestò il suo potere empatico.
In ogni occasione in cui era in presenza di Patrick, una pioggia di emozioni e sentimenti, anche in contrasto tra loro, la invadeva.
I propri sentimenti, quelli di lui, tutto era mescolato come se le sensazioni di uno fossero complementari a quelle dell'altra.
C'era qualcosa di misterioso e sconosciuto in quelle percezioni.
(.............)
Non riusciva a capire perché mai fosse tanto attratta da quel Guardiano testa calda, ma ogni volta che lui la guardava con quegli occhi verde scuro e le sorrideva distendendo quelle labbra perfette, lei non riusciva a controllare il suo cuore.
(............)
Patrick fu il primo ad abbassare lo sguardo, schiacciato dalla voglia di fare un altro, misero passo in avanti e baciarla in modo furioso.
Annientato da un sentimento che non riusciva a spiegare neanche a se stesso, si sentì incapace di sostenere l'intensità di quegli occhi color del miele d'acero. Erano densi e sembravano liquidi, tanto erano intensi


ESTRATTO 3

-Emma aveva una mano in bocca e ne sondava l'interno.
«Guarda...».
Disse con la voce arrochita dalla frustrazione.
«Non controllo neanche questi!».
I denti lunghi e letali facevano capolino dalla bocca della ragazza semiaperta in una smorfia deforme ed inquieta.
Gabriel sorrise di rimando intenerito nel vederla come in realtà era, non l'ibrido o il potente immortale, solo Emma attorcigliata in quel grande letto, insicura e persa in un mondo che ancora non le apparteneva e che lui, dopo cinquecento anni, ancora faticava a comprendere.
«Vieni qui».
Le disse con una tenerezza ed una dedizione assolute e totalitarie.
Emma non oppose nessuna resistenza ai taciti comandi che le mani di lui le stavano dando.
L'affascinante immortale le poggiò dolcemente le mani sulla vita e l'avvicinò a sé mentre lei si scioglieva da quel nodo e appoggiava i piedi a terra sfiorando i fianchi di Gabriel che ebbe un brivido a quel contatto.
Mai nella sua vita immortale, lui aveva provato simili sensazioni. A dire il vero non ne aveva avuto accenno alcuno neanche nella sua vita umana. Con lei tutto era differente… più vivido, maggiormente autentico. Ogni contatto di pelle, se anche misero, lo scuoteva nel profondo, permettendo a brividi di folle piacere di arrampicarglisi sulla schiena fino a esplodere nel cuore in un’infinità di battiti impazziti.



Gabriel era divenuto schiavo di quella giovane donna sin dal primo istante in cui ne aveva incontrato le attenzioni.
Avrebbe fatto qualunque cosa per lei. Non c'era al mondo nemico che non avrebbe affrontato e passione domato... per lei. 
Ed allora, schiavo proprio di quella passione che lo divorava, le appoggiò le mani sulla schiena, nel punto in cui curva per armonizzare i fianchi, e la fece scivolare sulle lenzuola finché i loro corpi non furono a contatto.-

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