14 dicembre 2021

Recensione "Volevo fare la deejay" di Angela Megassini.


 "Questi racconti sono solo una piccola parte delle mie esperienze di vita. Per me ogni cosa è importante. Ogni cosa ha valore. Anche una foglia caduta raccolta nel bosco di Woodstock, New York, che incorniciata racconta di un bellissimo momento di vita vissuta. Vivete il momento quando ci siete in quel momento, non pensate mai 'poi lo farò, poi tornerò'. Fatelo subito. Non aspettate, perché la vita è adesso." (l'autrice)

Recensione a cura di Silvia M.

Il libro di Angela Megassini è una sorta di diario intimo in cui l’autrice affida alle pagine i ricordi di tutta la vita. 

I capitoli del libro sono singoli racconti di una parte di vita, una vita che ha umili origini contadine, due genitori dediti al lavoro e a crescere i figli in un paese che ad Angela, una volta adolescente, iniziava a essere stretto. Angela coltivava la passione per la musica, ma in famiglia non era compresa. Un padre che le voleva indubbiamente bene, ma che non concepiva che una donna si dedicasse agli studi e, nel caso specifico di Angela, alla musica. Una donna doveva lavorare, ma svolgere un lavoro “vero”, di fatica.

Per una circostanza fortuita, Angela vince un viaggio in America. Sarà un’esperienza che la cambierà completamente. Al ritorno in Italia conosce l’uomo che diventerà suo marito, Fabrizio, un musicista con cui condividerà la passione per la musica.

La vita di Angela e Fabrizio è entusiasmante e costellata di situazioni memorabili, una vita ricca di esperienze stimolanti e di incontri prestigiosi. Nei loro viaggi, hanno conosciuto esponenti importanti di note rock band, noti musicisti con cui Fabrizio ha avuto il piacere di collaborare.

La loro è stata una vita vissuta per e con la musica che è stata la protagonista indiscussa delle loro giornate.

Quello che la lega al marito è un amore profondo, tanto che l’autrice confessa al lettore di avere uno scopo preciso nella vita, quello di realizzare tutti i sogni del marito.

Angela, tuttavia, non trascura di affidare alle pagine i dolori e le difficoltà vissute, come la perdita del giovane fratello. Un evento che l’ha segnata. L’autrice, tuttavia, ha la certezza che il fratello non l’abbia mai del tutto abbandonata e che abbia fatto sentire la sua presenza nei momenti più drammatici e difficili che l’autrice ha dovuto affrontare. Il fratello è stato una sorta di angelo custode. Ciò consente al lettore di conoscere le due anime dell’autrice, quella più rock e quella più spirituale.

Il linguaggio utilizzato è semplice e immediato e, sebbene talvolta il racconto subisca dei rallentamenti nel ritmo narrativo, dovuti probabilmente al fatto che l’autrice si abbandona ai ricordi di una vita ricca di esperienze, il libro è gradevole da leggere e schiaccia l’occhio ai tanti giovani che sognano un avvenire diverso e accarezzano un sogno.




Nessun commento:

Posta un commento