15 aprile 2016

SOGNATORI ERRANTI LE INTERVISTE

LUISA SCROFANI E VALERIA DIURNO

INTERVISTA



Vi siete persi l'intervista a Luisa Scrofani e a Valeria Diurno?
I sognatori erranti la ripropongono per voi.


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Buonasera a Luisa Scrofani e Valeria Diurno.

Ragazze, presentatevi pure. Come è nata in voi la passione per la scrittura?

E’ stato determinante il vostro incontro oppure ciascuna di voi era già scrittrice di suo prima che le vostre vite si incrociassero?

 

Luisa Scrofani: Buonasera a tutti. La passione per la scrittura è nata dopo la nostra amicizia. Il nostro incontro è stato determinante. Noi amiamo dire che, senza l'altra, questo romanzo non sarebbe esistito.

 

Valeria Diurno: io non ho mai pensato di scrivere anche se ho sempre avuto molte idee in testa. Dopo aver incontrato Luisa, che amava scrivere, è stato facile unire le due cose

 

Dalle vostre biografie si legge che Luisa è originaria del bergamasco, mentre Valeria viene dalla riviera Ligure. Due ragazze che dalle regioni del nord emigrano verso sud, in una località piccola come Vasto, mica in una metropoli come Roma. Dite la verità, vi siete date appuntamento in Abruzzo, mica vi siete incontrate lì per puro caso…

 

Luisa:Il caso non c'entra affatto, era destino. Bisogna vedere se infausto!

 

Valeria: io sono già convinta che sia stato un destino crudele. Purtroppo, non riesco a liberarmi di lei. Sono bloccata per il prossimo decennio. Anzi, se qualcuno vuol prendere il mio posto…

 

Dopo essere diventate amiche come avete deciso di scrivere un romanzo a quattro mani? Chi delle due ha inventato la trama?

 

Valeria: siamo partite dalla passione comune per alcune saghe fantasy americane, molto famose. E, pensando a come avremmo voluto cambiare alcune scelte prese dagli autori, Luisa ha avuto la "brillante" idea di scrivere qualcosa di nostro. La trama è un mix perfetto delle nostre idee. Abbiamo scritto quattro manoscritti per poi strapparli e ricominciare da capo fino a questa ultima versione.

 

Luisa: Sì. E' stata un'esperienza bellissima e costruttiva. Valeria, credo, non sia d’accordo.

 

Per voi l'amicizia cos'è? E' un valore molto importante al di là del rapporto che avete instaurato con la scrittura?

Luisa: Allora, per me l'amicizia è...un condividere senza invadere, comprensione e accettazione dell'altro e crescita continua.

Valeria: l'amicizia è un rapporto non prevaricante, che lasci piena libertà di essere se stessi senza la preoccupazione del giudizio.

 

Come è stato lavorare assieme? Vi siete divise da subito i compiti oppure avete trovato difficile conciliare i vostri stili di scrittura e il modo di concepire il romanzo?

Luisa: Allora, all'inizio non è stato per nulla facile. Ci accavallavamo spesso e non esistevano dei ruoli definiti. Valeria: Infatti ci siamo quasi "prese per i capelli". Abbiamo passato un perido senza vederci per riflettere e riordinare le idee anche perchè teniamo di più all'amicizia che al romanzo. Dopo, quando ci siamo riviste, abbiamo deciso di riprendere il lavoro insieme definendo i ruoli. La trama e i punti cardine vengono decisi insieme, Luisa scrive uno scheletro del capitolo, io lo correggo per sottolineare punti di forza e punti deboli e poi, alla fine, rivediamo tutto insieme. Più e più volte.

 

Valeria: Siamo l'esatto opposto di una stessa medaglia.

 

Una domanda secca: il miglior pregio e il peggior difetto dell’una e dell’altra?

 
Valeria: Luisa ha un pregio che, allo stesso tempo, può essere un difetto. La troppa fiducia negli altri è una lama a doppio taglio. Infatti poi mi tocca, ogni volta, raccogliere i suoi cocci.


Luisa: Valeria ha il dono sintesi. E' riuscita a rifilarmi pregio e difetto insieme senza sforzarsi troppo. Sono disperata. Il miglior pregio di Valeria è l'ascolto. Non ho mai visto una persona saper ascoltare così, senza mai anteporsi o preoccuparsi di se stessa. Passa ore ad ascoltarmi e consigliarmi. Si dona. Il difetto? Quando le gira storta, è storta per davvero...no fly zone.

 

Tre domande per voi!

Qual è il vostro cantante preferito?

Qual è il vostro film preferito?

Cosa cercate nell'uomo ideale?

 

Valeria: cantante Sia. Film: Pretty Woman. Uomo idelae: tutto quello che non ho, vorrei trovarlo in uomo. Solo così ci sarebbe il giusto “equilibrio".

 

Luisa: cantante Elisa. Film: Divergent Saga. Uomo ideale: non posso, mi astengo.

 

Parliamo di Imbalance, il vostro romanzo. Lo definireste un urban fantasy? Che cosa vi ha influenzato nella scelta del soggetto e della trama?

 

Valeria: per noi è un urban fantasy ma, dopo diversi commenti di blogger e lettori, ci stiamo rendendo conto che spazia in più generi. Dal contemporary romance allo young adult. Per noi Imbalance è una storia che si racconta in modo graduale, crescendo e non lasciando nulla alla caso.

 

Luisa: Siamo state influenza da quello che i lettori erano stanchi di leggere. Toglievamo cliché e aggiungevamo idee. Potremmo non essere capite ma è stata una scelta ponderata.

 

Avreste un aneddoto particolare da raccontare riguardo la vostra collaborazione nella stesura del romanzo? O anche soltanto una curiosità?

 

Valeria: Più che un aneddoto è stata una frase. Nelle prime stesure del romanzo, la protagonista principale era una depressa cronica. Dormiva sempre e andava avanti a caffè, sveniva di continuo e aveva una vita triste e cupa. L'eroina lavorava in un bar e andava al faro di continuo a guardare il mare, sola e disperata.... Allora, un giorno, ho dato i numeri e le ho detto, forse in modo brusco: non scrivere di ciò che sei ma scrivi di ciò che vorresti essere, cara Luisa”.

 

Luisa: io forse ti odio profondamente, cara Valeria


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Prendendo spunto dalla vostra ultima risposta, vi chiedo: che cosa ne pensate dei generi letterari? Sono gabbie per gli autori oppure un importante punto di riferimento per chi sceglie di leggere un libro?

 

Valeria: entrambe le cose e lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. Sono sicuramente una base di partenza, un punto di riferimento per la scrittura e per il lettore. Allo stesso tempo, però, generano aspettative che impediscono al lettore di apprezzare, nell'immediato, idee nuove.

 

Luisa: abbiamo avuto delle recensioni dove, i lettori si sono imputanti su quello che non hanno trovato e non sulla storia di per sè. Questo ci è dispiaciuto ma lo sapevamo.

 

Le famose saghe oltreoceano sembrano essere capaci di catturare una fetta di pubblico maggiore delle "sorelle " italiane, vi sapete dare una spiegazione?

 

Luisa: il fantasy fa parte della cultura americana. Basti pensare al Comic - Con di San Diego. Noi siamo più per il sociale, i gialli e le soap opera. Eppure c'è un ipocrisia di fondo. Sì dà la precedenza, anche nelle recensioni, a tutti i libri stranieri e poi si criticano autrici italiane che ambientano il romanzo fuori Italia.

 

Valeria: Può sembrare scortese da parte nostra ma è la verità oggettiva. Pe averla più facile, il fantasy non era proprio il trampolino di lancio. Premesso che siamo state criticate perché ambientato in America.

 

Come lettrici come siete? Divorate romanzi su romanzi oppure preferite scegliere le vostre letture con parsimonia? Qual è il vostro genere preferito?

 

Valeria. sono eclettica nei generi e divoro libri.

 

Luisa: è compulsiva, disturbata. Aiutatela. P.s. io leggo solo ciò che mi colpisce in particolare.

 

Valeria: Harmony. Lei legge Harmony e un giorno ne avrò le prove.

 

Visto il genere in cui scrivete, preferite i vampiri della Confraternita o gli arcangeli della Singh?

 

Luisa: abbiamo litigato ieri su questa cosa. Quando prestai a Valeria i miei primi tre libri della confraternita, lei mi snobbò dicendo che erano troppo volgari. Io mi sono sentita così piccola e misera che li ho abbandonati per scoprire, ieri, che lei invece ha tutta la collezione fino a oggi.

 

Valeria: adesso sarebbe bello dire che a me piacciono gli arcangeli della Singh. E Luisa riparte.

 

Un personaggio famoso di un romanzo o di una saga televisiva che vorreste essere?

 

Valeria: Elizabeth Bennet ma nella versione "Orgoglio pregiudizio e Zombie”.

 

Luisa: Prue Halliwell del telefilm “Streghe".

 

C'è un libro che vi ha fatto esclamare: "Questo avrei voluto scriverlo io”?

 

Valeria: Cinquanta sfumature ma solo per rimetterci mano. Senza arroganza…

 

Luisa: lei mente, è arrogante. Io Harry Potter...vorrei che la Rowling mi adottasse.

 

Valeria: come sempre Luisa la perdiamo nei meandri del suo cervello confuso.

 

Luisa: Questa era come un diretto al mento. L’ho sentito e incassato. Grazie

 

Che cosa avete imparato da questa prima esperienza editoriale? Potendo cambiare, oggi fareste qualche scelta diversa rispetto a quelle fatte?

 

Valeria: abbiamo imparato a cavarcela da sole, a non fidarci di nessuno se non di noi due. Abbiamo imparato che si cresce di continuo e che non c'è nulla che non si possa fare con impegno e perseveranza.

 

Luisa: non ci fideremmo più di alcune persone che abbiamo incontrato in questo cammino. Sì, alcune scelte ci hanno rallentato, messe alla prova e ferito. Oggi, però siamo molto diverse.

 

Per concludere la nostra chiacchierata di stasera, l'immancabile domanda sui vostri progetti futuri. Pensate di andare avanti con il filone che avete intrapreso oppure avete progetti alternativi?

 

Valeria: finiremo la saga più il prequel. Abbiamo già una buona metà del secondo. Nel frattempo, abbiamo inIziato un manoscritto del tutto diverso ma, molto particolare. Poi, abbiamo altre due idee da mettere su carta. Quindi, adesso mi capirete quando, all'inizio, dicevo: ne ho ancora per un decennio con lei.

 
Luisa: io sono felice di tutto questo. Valeria mi smorza sempre l'entusiasmo


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