02 ottobre 2016

CLARA CERRI RECENSIONE

CLARA CERRI

LETTERE TRA L'ERBA


Lettere fra l'erba


Recensione Lettere fra l’erba, di Clara Cerri.


Recensione a cura di Silvia Maira


Il romanzo Lettere fra l’erba si articola attraverso due periodi diversi. I nostri giorni, in cui la protagonista è Isabella, orfana della madre Ilaria, che vive con il padre Vincenzo, e i cosiddetti anni della Pantera*, in cui i protagonisti sono un gruppo di giovani studenti, tra cui l’allora giovane Ilaria, legati dalle stesse idee e dalla passione per il teatro.

In quel contesto degli anni ’90 nascono amicizie e amori. Come quello che Antonio provava per Ilaria. Tuttavia la giovane non lo ricambiava essendo dapprima invaghita di Ernesto e successivamente innamorata di Vincenzo, uomo che poi sposerà.

Antonio, appassionato di teatro e studente, tuttavia sta vivendo un periodo di debolezza. Non corrisposto dalla ragazza che ama, che lo ha come il suo più caro amico, tenta il suicidio. E’ un gesto estremo che provocherà sgomento nel nutrito e affiatato gruppo di amici. In particolare stuzzicherà la sensibilità di Ilaria, la sua più cara amica, che diventerà per lui una sorta di crocerossina, trascorrendo con Antonio tutte le sue giornate, aiutandolo a riprendersi dall’abbattimento psicologico che lo avevo portato ad un simile gesto.

Ai giorni di oggi, la vita intreccia per caso, il destino di Isabella con quella di Antonio, la cui passione per il teatro lo aveva portato negli anni a diventare un attore bravo e impegnato e poi successivamente regista teatrale. Sarà proprio in quest’ultima veste che Isabella farà la sua conoscenza, dovendo recitare una parte in un suo spettacolo, esattamente come circa sedici anni prima aveva fatto sua madre. Con Antonio ritrova tutti i vecchi amici di sua madre, che hanno nei suoi confronti un atteggiamento protettivo. Ciò suscita in lei il desiderio di sapere quanto più possibile sulla vita della donna che l’aveva messa al mondo e che lei non aveva mai conosciuto poiché Ilaria è morta quando la figlia era piccolissima. Il padre non ne aveva mai voluto parlare e Isabella era cresciuta senza sapere nulla di lei. Gli amici di Ilaria non sanno se parlare o meno di lei alla ragazza per timore che possa scoprire delle verità scomode e difficili da accettare che riguardano lei personalmente, Antonio e la madre.

La curiosità porterà Isabella a frugare tra vecchie cose della madre, trovando foto e vecchie lettere, una fitta corrispondenza epistolare tra Ilaria e la sua amica Emanuela, corrispondenza che porterà la giovane ragazza alla scoperta della sconvolgente verità.

Lettere fra l’erba ha il sapore del ricordo e del rimpianto, della presa di coscienza degli errori commessi. I personaggi sono veri, amici della porta accanto, semplici e complessi al tempo stesso. I sentimenti tutti sono descritti con prorompente vivacità, sia quando l’autrice descrive l’amore e la passione, sia quando descrive la depressione, la solitudine, la malinconia e la tristezza.

Il romanzo, articolandosi in due periodi diversi, ha un buon ritmo, la trama è assolutamente credibile.

Mi è piaciuto molto il risalto che viene dato all’amicizia, che supera il tempo e le difficoltà, che va oltre le distanze, che non giudica anche se c’è da giudicare, magari consiglia, ma non critica.

Sebbene il romanzo tratti un tema non semplice (un suicidio e un tentato suicidio) tuttavia non è affatto pesante da leggere. La presenza di un tocco di romano nei dialoghi dà carattere allo stile dell’autrice che è vivace, frizzante, a tratti intenso, altre volte spensierato.

L’unica nota, se mi posso permettere, è che nelle battute iniziali (e ripeto solo nelle battute iniziali) la complessità della trama, che poi viene districata abilmente, porta talvolta a dover tornare a rileggere per riprendere le fila del discorso.


4 stelle di valutazione

4 fiammelle dell’amore* (le fiammelle dell’amore indicano la presenza di scene hot)


*In Italia la Pantera fu un movimento studentesco di protesta contro la riforma Ruberti delle università italiane che nacque dall'occupazione dell'Università degli Studi di Palermo, e in particolare della Facoltà di Lettere e Filosofia, il 6 dicembre 1989 e si estese poi a numerose università italiane fino alla primavera del 1990.

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