29 marzo 2019

Recensione "La memoria di Elvira" di Irene Milani.


TRAMA

È possibile avere dei ricordi non nostri? Può succedere che a un certo punto, senza volerlo, ci rendiamo conto che il nostro cervello ospita anche frammenti di una vita che non abbiamo vissuto? Questo è il dubbio che travolge Margherita, giovane donna che lavora come pubblicitaria a Torino dopo una trasferta a Lazise. Che cosa la lega a Elvira, ragazza vissuta in quei luoghi durante la seconda guerra mondiale? Due protagoniste molto diverse tra loro vedranno intrecciare i fili della memoria che porterà Margherita sulle tracce di un passato di cui ignorava l'esistenza. Il passato va custodito in esso si può nascondere la sofferenza e, allo stesso tempo, il rimedio ad essa.

Recensione a cura di Silvia M.

“La memoria di Elvira” è un libro di ambientazione storica che racconta con delicatezza e con la giusta tensione emotiva un periodo storico doloroso e delicato, quello della seconda guerra mondiale. In particolare, quello successivo alla fondazione della Repubblica di Salò.
In questo difficile contesto storico, politico, economico e sociale si svolge la storia scritta da Irene Milani.
Elvira, giovane di buona famiglia, vissuta sempre tra l’agiatezza e il lusso, all’interno di una prestigiosa villa con personale di servizio, conosce ben poco della guerra. Non ha conosciuto gli stenti e le rinunce di molti e sa della guerra quelle poche cose di cui sente parlare dal padre e dal fratello, dichiaratamente filo fascisti.
A Elvira interessa poco la politica, lei vive di sogni. Sogni abiti importanti, feste e soprattutto incontrare un uomo da sposare che le faccia fare la vita da signora.
Un giorno incontra un ragazzo in bicicletta, scambia due chiacchiere, e vive il classico colpo di fulmine. Michele, così si chiama il ragazzo, la colpisce a tal punto da entrarle prepotentemente nel cuore e tra i suoi pensieri.
Chi è Michele? Il ragazzo appare misterioso da subito, ma dopo, fidandosi di lei, gli rivela di essere un partigiano, di vivere tra i boschi e di fare una vita molto pericolosa.
Giorno dopo giorno, Elvira apprende da Michele tante cose che aveva sempre ignorato, cose a cui non aveva mai prestato attenzione. Mostra attenzione per la prima volta al contesto storico politico in cui vive e inizia a non condividere l’ideologia del padre e del fratello. Si ritrova concorde con Michele, vede per la prima volta la condizione di estrema povertà in cui vivono molte famiglie e decide di voler avere un ruolo. Vuole schierarsi anche lei dalla parte dei partigiani, non solo per amore, ma perché inizia a vedere, grazie a Michele, la vita da un altro punto di vista.
Elvira inizierà a guardare la sua famiglia con occhi diversi e meno superficiali, scoprirà segreti e verità celate e, mentre si lega sempre più a Michele, apprende che i suoi genitori hanno in mente per lei un uomo da imporle come marito.
Tuttavia, lei prosegue cauta per la sua strada, conosce sempre di più Michele e la sua vita, più va avanti e più si innamora, più il tempo passa e più si accorge che la vita di Michele è appesa ad un filo.
Il libro è un’avvolgente lettura che analizza il periodo storico con precisione dal punto di vista politico, attenziona la condizione sociale dei più deboli con grande sensibilità e osserva gli animi umani con delicatezza. Una figura dolcissima è quella della mamma di Michele. Una sarta che sembra non sapere nulla della vita del figlio, che soffre per la perdita di un altro figlio e che si affeziona a Elvira.
È un percorso emozionante attraverso i sentimenti di una difficile realtà, un resoconto doloroso e partecipato dei dolori della guerra, degli strappi e degli orrori di uno dei periodi storici più brutti della nostra Italia.
Il libro è ricco di colpi di scena, infatti proprio sul finale, quando la storia sembra essersi conclusa nel modo più doloroso possibile, l’autrice stupisce il lettore, creando una sorta di storia nella storia. Il racconto in prima persona si sposta ai nostri giorni per trascinarci dentro vicende non previste. Ed è una seconda parte affascinante che si divora pagina dopo pagina.
In questa ultima parte la protagonista è una giovane donna di nome Margherita che si troverà a vivere delle situazioni poco chiare, una sorta di déjà vu. Passato e presente si sovrappongono in un continuo rincorrersi, apparentemente senza spiegazioni, immagini, voci, fotogrammi di una vita mai vissuta si palesano improvvisi e violenti tra i ricordi di Margherita.  Cosa sono? Da dove vengono e perché la fanno stare così male?
Avevo già letto i libri di Irene Milani e li avevo sempre trovati di piacevole lettura. Tuttavia, mi complimento con l’autrice perché questo nuovo lavoro è a mio avviso il migliore fra tutti.

Valutazione




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