TRAMA
È possibile avere dei ricordi non nostri? Può succedere che a un certo punto, senza volerlo, ci rendiamo conto che il nostro cervello ospita anche frammenti di una vita che non abbiamo vissuto? Questo è il dubbio che travolge Margherita, giovane donna che lavora come pubblicitaria a Torino dopo una trasferta a Lazise. Che cosa la lega a Elvira, ragazza vissuta in quei luoghi durante la seconda guerra mondiale? Due protagoniste molto diverse tra loro vedranno intrecciare i fili della memoria che porterà Margherita sulle tracce di un passato di cui ignorava l'esistenza. Il passato va custodito in esso si può nascondere la sofferenza e, allo stesso tempo, il rimedio ad essa.
Recensione a cura di Silvia M.
“La memoria di Elvira” è
un libro di ambientazione storica che racconta con delicatezza e con la giusta
tensione emotiva un periodo storico doloroso e delicato, quello della seconda
guerra mondiale. In particolare, quello successivo alla fondazione della
Repubblica di Salò.
In questo difficile
contesto storico, politico, economico e sociale si svolge la storia scritta da
Irene Milani.
Elvira, giovane di buona
famiglia, vissuta sempre tra l’agiatezza e il lusso, all’interno di una
prestigiosa villa con personale di servizio, conosce ben poco della guerra. Non
ha conosciuto gli stenti e le rinunce di molti e sa della guerra quelle poche
cose di cui sente parlare dal padre e dal fratello, dichiaratamente filo
fascisti.
A Elvira interessa poco
la politica, lei vive di sogni. Sogni abiti importanti, feste e soprattutto
incontrare un uomo da sposare che le faccia fare la vita da signora.
Un giorno incontra un
ragazzo in bicicletta, scambia due chiacchiere, e vive il classico colpo di
fulmine. Michele, così si chiama il ragazzo, la colpisce a tal punto da
entrarle prepotentemente nel cuore e tra i suoi pensieri.
Chi è Michele? Il ragazzo
appare misterioso da subito, ma dopo, fidandosi di lei, gli rivela di essere un
partigiano, di vivere tra i boschi e di fare una vita molto pericolosa.
Giorno dopo giorno,
Elvira apprende da Michele tante cose che aveva sempre ignorato, cose a cui non
aveva mai prestato attenzione. Mostra attenzione per la prima volta al contesto
storico politico in cui vive e inizia a non condividere l’ideologia del padre e
del fratello. Si ritrova concorde con Michele, vede per la prima volta la
condizione di estrema povertà in cui vivono molte famiglie e decide di voler
avere un ruolo. Vuole schierarsi anche lei dalla parte dei partigiani, non solo
per amore, ma perché inizia a vedere, grazie a Michele, la vita da un altro
punto di vista.
Elvira inizierà a
guardare la sua famiglia con occhi diversi e meno superficiali, scoprirà
segreti e verità celate e, mentre si lega sempre più a Michele, apprende che i
suoi genitori hanno in mente per lei un uomo da imporle come marito.
Tuttavia, lei prosegue
cauta per la sua strada, conosce sempre di più Michele e la sua vita, più va
avanti e più si innamora, più il tempo passa e più si accorge che la vita di
Michele è appesa ad un filo.
Il libro è un’avvolgente
lettura che analizza il periodo storico con precisione dal punto di vista
politico, attenziona la condizione sociale dei più deboli con grande sensibilità
e osserva gli animi umani con delicatezza. Una figura dolcissima è quella della
mamma di Michele. Una sarta che sembra non sapere nulla della vita del figlio,
che soffre per la perdita di un altro figlio e che si affeziona a Elvira.
È un percorso
emozionante attraverso i sentimenti di una difficile realtà, un resoconto
doloroso e partecipato dei dolori della guerra, degli strappi e degli orrori di
uno dei periodi storici più brutti della nostra Italia.
Il libro è ricco di colpi
di scena, infatti proprio sul finale, quando la storia sembra essersi conclusa
nel modo più doloroso possibile, l’autrice stupisce il lettore, creando una
sorta di storia nella storia. Il racconto in prima persona si sposta ai nostri
giorni per trascinarci dentro vicende non previste. Ed è una seconda parte
affascinante che si divora pagina dopo pagina.
In questa ultima parte la
protagonista è una giovane donna di nome Margherita che si troverà a vivere delle
situazioni poco chiare, una sorta di déjà
vu. Passato e presente si sovrappongono in un continuo rincorrersi,
apparentemente senza spiegazioni, immagini, voci, fotogrammi di una vita mai
vissuta si palesano improvvisi e violenti tra i ricordi di Margherita. Cosa sono? Da dove vengono e perché la fanno
stare così male?
Avevo già letto i libri
di Irene Milani e li avevo sempre trovati di piacevole lettura. Tuttavia, mi
complimento con l’autrice perché questo nuovo lavoro è a mio avviso il migliore
fra tutti.
Valutazione
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