26 aprile 2019

Intervista a Bellard Richmont


Intervista  per “Sognatori Erranti”



1-      Iniziamo subito con una curiosità sul tuo nome. È uno pseudonimo? Come mai questa scelta?

-          Bah, vorrei dire che mi vergognavo e volevo tener segreta la mia identità. Sì, forse un pochino all’inizio ma la verità è che mi faceva sentire come Batman. Quindi, sì è uno pseudonimo ma con l’unico scopo di “fare figo”.

2-      Ciò che scriviamo è figlio della nostra esperienza e di quel che riteniamo importante. Quale aspetto della tua formazione è entrato maggiormente nei tuoi scritti? Quali sono le cose importanti per te?

-          Tutto quel che scrivo è figlio delle mie esperienze personali e accademiche. Per quanto riguarda Luna di Sangue ad esempio, ho spremuto molto dalla mia laurea in storia, dalla mia tesi sul Fantasy, dalle mie esperienze di combattimento all’arma bianca e soprattutto dal mondo che mi circonda, dalle notizie sui giornali e dall’umanità in generale. Per me l’importante è spronare il lettore a guardarsi allo specchio o guardare dalla finestra.

3-      Cosa rapprensentano per te: paura, sangue e sogno?

-          Io adoro avere paura e far provare paura, adoro questo primordiale istinto umano perché distilla l’oscurità, mostra quanta ombra proietta il nostro corpo in piena luce. Il sangue… beh, lo percepisco come il nostro mercurio anche se odora di ferro; per me non è solo dolore o morte, per me il sangue è un baratro sulla Bestia. Per quanto riguarda il sogno, io raramente ricordo quel che elaboro durante il sonno ma non credo sia un problema, penso che la realtà mi dia spunti a sufficienza.

4-      Di cosa nutri la tua arte?

-          Di Realtà. Non perché io scriva cose “vere” ma perché mi piace far emergere ciò che il mondo vive ogni giorno, ciò che l’essere umano vive ogni giorno. Lo so che non tutti subiscono violenze o ingiustizie ma la maggior parte delle persone sul pianeta sì, per questo io non racconto storie di eroi ma di sopravvissuti.

5-      Come vedi il tuo futuro da autore?

-          Non lo vedo. Non vedo nessun futuro da scrittore perché quel che scrivo non è d’intrattenimento, non è d’evasione, non è di moda e tratta il lato della luna che nessuno ha voglia di conoscere. Io sono un disastro sui social e col marketing. Di recente ho accettato la mia natura: non sono uno scrittore, sono un essere umano, amo inventare storie e, in qualche modo, devo alimentare il mio Ego. Quindi pubblico per sentirmi dire “ho letto il tuo libro e mi è piaciuto”.



Grazie per la tua disponibilità!

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