16 aprile 2019

Segnalazione: Silvia Pedri " C'è vita sul pianeta"



Due idioti geniali

 inciampano nell'amore,

 spaccano l'incantesimo del destino

e si ritrovano faccia a faccia con se stessi.









Sinossi:

Da Milano a Buenos Aires e ritorno in una settimana, fine novembre 2017. Silvia è in viaggio, un viaggio né di lavoro né di piacere, è in missione per risollevare le sorti della sua vita. Si chiama Rivoluzione Solare Mirata ed è una pratica astrologica che consiste nel trascorrere il compleanno nel luogo del mondo in cui le condizioni astrali sono le più favorevoli possibili per l’anno a venire. Estremi mali…
Silvia non ama viaggiare. È stato un enorme atto di coraggio e un enorme dispendio di energie per lei attraversare il globo, da sola, superando più o meno fortunosamente e fortunatamente tutti gli ostacoli del caso. Al suo arrivo è distrutta e sconvolta. Forse questo la rende più aperta, ricettiva e sensibile. Però è anche vero che le energie sono molto buone, intense, dolci e favorevoli. Lei è inquieta e tormentata di carattere e di destino ma questa città le sorride da ogni angolo e da ogni persona. A volte le sembra di respirare poesia. A volte tutta questa poesia la spaventa. Come quando uno strano ragazzo, di stranezza affine e complementare, resta colpito, da non si sa che cosa, e la ferma per strada. E no sembra non ci sia scampo. Alla vita forse bisogna arrendersi. D’altro canto, chiedi chiedi e alla fine ti è dato. Sposti le montagne e i tesori li trovi. Che tesori sono, se sono tesori, poi è tutto da vedersi. Sconvolta e coinvolta, trascinata in questa buffa avventura, Silvia si lascia guidare ma deve tenere in conto diversi inciampi perché a camminare non è brava né abituata. Forse, anzi, sta facendo i suoi primi passi. D’altra parte anche il suo nuovo, aitante, sciolto amico ha un cuore claudicante e non solo. In fondo sembra che il destino abbia concesso e ordito una “prima volta” per entrambi. A qualsiasi età, la vita può dare una seconda o una terza o una ennesima possibilità. Poi, certo, bisogna sapersela giocare.
In soli due giorni insieme, succedono cose che cambieranno per sempre il destino dei due protagonisti. Passato, presente e futuro si rivelano e si intrecciano, sperimentando nuovi disegni.



 Disclaimer
Come si dice in questi casi?
La storia è frutto di immaginazione.
Chi si riconosce fatti suoi.



L’Autrice
Silvia Pedri è una libera esploratrice e comunicatrice.
Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale. Dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi e poesie, mp3 di musica e di meditazioni da lei create, e video in cui recita se stessa ed eventualmente canta. 
www.silviapedri.com





Breve Estratto

Segno di vita primo



Ecco, mi sono commossa. Ha degli occhi così belli. Mi sta guardando.
Mi ha offerto un piatto di pesce e insalata. Non avevo neanche fame. Non ho mai fame da quando sono in questo paese. L’aria è nutriente. Lui è seduto davanti a me. Ha degli occhi così belli. Dolci. Brillanti. Vivi. E ha messo la mia musica preferita.
Non so neanche come faccia. È veloce. Tutto accade veloce, semplice. Mi rendo conto solo mentre accade ed è già accaduto. E in un attimo la parte più poetica del mio passato, condensata in note musicali, e la parte più poetica del mio presente, l’unica cosa che è il mio presente, qui, di fronte a me, sono insieme, con me, stanno avvolgendo i miei sensi, la vista, l’udito e il mio corpo con lo sguardo.
E in un attimo mi sento commuovere fino agli occhi e non lo posso nascondere e chissà come sono i miei occhi ora…

E non succede niente. Nessun imbarazzo. È felice. In fondo io sono felice, lui è felice ed è ancora più felice ora. Perché imbarazzo? Sorride ancora di più, tutto fluisce naturalmente, le lacrime come il sorriso.  E davvero non è successo niente, sono solo felice. Cosa c’è di più naturale, di più inevitabile, di questo, in questo momento? 

Non so dove sono. Se esco non so dove è l’est e dove è l’ovest. Se mi cerco nello straccetto di cartina che ho in tasca non mi trovo, forse non ci sono nemmeno, eppure sono ancora in città. Sono da qualche parte, all’ottavo piano. Stesso pianeta, altro emisfero.



Non mi accorgo nemmeno quando mi abbraccia e riprende a baciarmi. Ormai sono una città arresa. I bastioni sono crollati da un pezzo. La vista, l’udito e tutto il resto, tutti i miei sensi sono presi.

Mi faccio toccare. Mi faccio eccitare. Quei baci sono buoni. Solo poche ore fa non lo avrei creduto. E invece mi erano piaciuti. E continuano a piacermi. Da quanto tempo li desideravo. Certo che ora fremo di desiderio. Ora può succedere di tutto.




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