30 novembre 2019

STORIE DI DONNE : FRANCA VIOLA

STORIE DI DONNE 


Ho pensato a lungo a questo progetto, l’ho macinato nel cuore e ho provato a iniziarlo senza avere davvero il coraggio. Poi, un giorno, dopo l’ennesimo femminicidio, dopo gli ennesimi insulti alle donne, ho deciso che dovevo portare avanti il mio desiderio di dar voce alle donne. Questa rubrica, STORIE DI DONNE nasce dall’esigenza personale, e fisiologica, di parlare di chi ha avuto il coraggio di lasciare una traccia indelebile nella storia, nei nostri cuori e in quelli che le hanno amate. Così, mentre pioveva a dirotto ho stilato una lista di donne a cui vorrei dare voce e ho parlato con la mia amica e socia Silvia Maira che ha subito accolto il mio progetto comprendendo a pieno la mia necessità. Vi proporrò donne famose, donne che hanno lottato per i diritti di tutti, donne che lo fanno in silenzio senza dare nell’occhio. Sempre e comunque, donne che credono fino in fondo alla loro forza e non temono di affrontare l’inferno per essere libere.

FRANCA VIOLA


Non ho mai avuto paura, non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle. È una grazia vera, perché se non hai paura di morire muori una volta sola.”

IL “NO” CHE CAMBIÒ LA STORIA DI TUTTE LE DONNE 

UN “NO” CHE COSTRINSE LO STATO A MODIFICARE LA LEGGE




Franca Viola è la donna che apre la rubrica STORIE DI DONNE. Chi meglio di lei potrebbe? 
Ricordate la sua storia? Il suo NO costrinse lo Stato Italiano a cambiare le regole. Il suo NO urlato con la forza di chi rinasce nonostante l’umiliazione di uno stupro, quello di un uomo che si macchia di un crimine tanto infame, con la certezza di farla franca grazie a una legge che permette il  “matrimonio riparatore.”
Ebbene, se noi donne in questo momento stiamo rabbrividendo, sappiate che nel 1966 se un uomo rapiva una donna, la legava a un letto e la stuprava, poteva farla franca accettando di sposarla, poiché, così facendo, ne manteneva integro “l’onore” .

Articolo 544 del codice penale concedeva a violentatori e stupratori la possibilità di sfuggire alla condanna semplicemente promettendo di sposare la vittima del reato. 

Franca non ci sta, alza la testa, appoggiata dalla sua famiglia e afferma con estremo coraggio: 


«Io non sono proprietà di nessuno, l’onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce».

LA STORIA

Franca aveva diciassette anni, era a casa sua, ignara di ciò che sarebbe accaduto e di come la sua vita sarebbe cambiata irreversibilmente. Franca non sapeva che il suo nome sarebbe diventato quello di una guerriera che sfida le regole con coraggio.
Era il 26 Dicembre del 1965 quando Filippo Melodia, il figlio di un mafioso, con i suoi amici, irrompe a casa di Franca e, dopo aver malmenato la madre, la rapisce portandola a casa della sorella di lui. La tenne segregata una settimana, privandola della dignità e poi abusando di lei per ottenere il suo asservimento. Erano anni diversi da quelli in cui viviamo, era una Sicilia chiusa e contadina il teatro di questa vicenda simile a tante altre che accadevano in Italia. Erano anni in cui lo stupro era definito violenza carnale e il reato non era inteso come contro la persona, ma come contro la morale.

Era moralmente scorretto abusare di una donna. 

Dopo una settimana di assenza da casa, la famiglia del Melodia contattò quella dei Viola, per  accordarsi sulle nozze che avrebbe riparato l’offesa. La famiglia di Franca, finse  di accettare e, in accordo con la polizia, si presentò all’appuntamento per liberarla. Quando le forze dell’ordine arrestarono Filippo Melodia lui, di certo,  pensò di potersela cavare come ogni uomo dandosi disponibile al “MATRIMONIO RIPARATORE”, ma Franca era una vittima e non accettò l’ipocrita pretesa di farla ancora sua e per la prima volta nella storia UNA DONNA DISSE NO. 

“Rimasi digiuna per giorni e giorni. Lui mi dileggiava e provocava. Dopo una settimana abusò di me. Ero a letto, in stato di semi-incoscienza”, raccontò Franca dopo essere stata liberata. 


Grazie al suo sacrificio, al suo coraggio e alla forza della sua famiglia nel sostenerla in un’epoca in cui una donna che subiva violenza era svergognata, additata e da vittima era trattata come colpevole, il coraggio di Franca accese i riflettori su una legge ingiusta, sessista e vergognosa. Non fu facile perché la famiglia fu minacciata, derisa, additata e isolata. Dobbiamo imparare una cosa importante da questa vicenda, cioè che l’amore della propria famiglia può vincere le battaglie più grandi.  Franca ha lottato per se stessa e per tutte noi. Al processo, gli avvocati del Melodia asserirono che il rapporto era stato consenziente e che altre volte la ragazza aveva ceduto all’uomo prima che avvenisse il presunto rapimento, tentarono senza vergogna alcuna di far sottoporre la donna a una visita specialistica che potesse “datare” la perdita delle sua innocenza. 
La richiesta venne respinta. 
Dopo mesi di umiliazioni, il processo terminò con una sentenza storica : 11 anni a Filippo Melodia. 
COLPEVOLE DI VIOLENZA CARNALE E SEQUESTRO DI PERSONA. 
Franca vince contro la cultura bigotta e sessista, contro lo stato, contro il paese e contro Il suo stupratore. 


GRAZIE FRANCA PER AVERCI PERMESSO DI SCEGLIERE A CHI DIRE SÌ.

Daniela Ruggero 

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