13 marzo 2020

Intervista a Elena Mandolini, autrice del libro "L'ultima cura"

 
 
Breve biografia
 
Elena Mandolini
 
Sono nata a Roma e sono sempre stata appassionata di cinema e letteratura. Fin da piccola. Sono cresciuta in una famiglia che ama i film dell’epoca d’oro di Hollywood e per me, quindi, è stato naturale avvicinarmi e poi appassionarmi alla settima arte. Amo il cinema al punto tale da averne fatto la mia professione: critica cinematografica. Dopo la maturità classica mi sono laureata al DAMS e, successivamente, ho conseguito due Master, uno in Critica giornalistica presso l’Accademia di arte drammatica Silvio D’amico e l’altro in Scrittura per cinema e tv presso lo IED di Roma. La libera professione mi appassiona e consigliare, tramite le mie recensioni, quali film vedere e non vedere, mi diverte e appaga. La lettura si accompagna perfettamente alla passione per il cinema. Per scrivere bene, bisogna leggere molto e io rientro tra quella percentuale di italiani che leggono costantemente.

 



Quando è nata in te la necessità di scrivere?

È sempre stata dentro me. Fin da piccola. Appuntavo idee e storie, oppure mi divertivo a riscrivere sequenze di film che non mi erano piaciute. Pian piano, mi sono avvicinata al cinema e alla scrittura per cinema e tv grazie ai miei studi universitari. Ho lavorato diversi anni come critica cinematografica e, alla fine, ho preso coraggio e ho cominciato a scrivere le storie che avevo in mente.

 

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Dipende. Spesso quando corro e la mente riesce a staccarsi da tutti i pensieri, arriva l'idea giusta, quella che mi fa battere il cuore e alzare l'adrenalina. È capitato anche che abbia preso spunto dai miei incubi, come per il mio romanzo d'esordio, Il Signore dei Racconti. Cerco sempre di essere curiosa e di osservare tutto ciò che accade attorno a me. Leggo molto, ascolto tanta musica, guardo film e serie tv. Bisogna essere sempre ricettivi se si vuole scrivere.

 

Sei una scrittrice metodica o impulsiva?

Entrambe. La parte impulsiva è quando lavoro all'idea base del romanzo e alla sua struttura. Lascio che sia la fantasia a guidarmi e a ispirarmi. La parte metodica arriva dopo, nella fase di stesura. Cerco di essere sistematica e di scrivere tutti i giorni; poco importa se sia solo una riga, una pagina, basta che riesca ad andare avanti con la storia. Anche in questa fase, ovviamente, ascolto sempre il mio istinto. Se il sesto senso mi dice che quel dato personaggio non si comporterebbe mai in quel modo, o che quel fatto non accadrebbe mai nell'attimo in cui ho pensato accadesse, lo seguo. Non forzo la storia o i personaggi. Lascio che a un certo punto siano loro a parlarmi.

 

Quando hai capito qual era il genere giusto da scrivere per te?

Credo di saperlo da sempre. Scrivo i generi che amo leggere; pur essendo una lettrice onnivora, prediligo urban fantasy, thriller – horror e fantascienza. Magari un domani mi avvicinerò ad altre storie. In fondo, la scrittura, come la vita, è fatta di fasi differenti.

 

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

Ci sono tante idee e nuovi progetti a cui mi sto dedicando. A breve uscirà un nuovo racconto horror per il progetto Bestie d'Italia, edito dalla NPS Edizioni. In questo periodo sto lavorando a un romanzo post apocalittico e, da lontano, già mi guarda una trilogia urban fantasy horror ambientata a Roma.

 

Grazie per avermi dedicato questo spazio.

È stato un piacere essere vostra ospite.

 


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