Premessa
Il testo che abbiamo tra
le mani è definito dall’autore stesso come testimonianza di vita di una coppia
che, come tante altre, si è dovuta fare carico
del “travaglio fisico e spirituale” della sterilità. L’impressione che
se ne ricava ad una prima lettura è che le narrazioni scorrono una dietro
l’altra in mezzo alle molte prove affrontate. Nello stesso tempo, il proseguo
della lettura fa affiorare alla mente interrogativi che normalmente amiamo
mettere in quarantena in un angolo remoto della nostra coscienza.
Recensione a cura di
Silvia M.
Come ho detto in
occasione di altri libri che ho letto e recensito, non tutte le storie sono
facili da recensire e, di certo, le più impegnative sono quelle che parlano di
vita vera.
È il caso di questo
breve, ma intenso racconto.
Marcella e Giuseppe sono
due sposi che hanno sogni e progetti di vita insieme, prima fra tutti quello di
costruire una famiglia con dei figli.
Sogno comune a molte
coppie, desiderio naturale e implicito in una coppia che si ama.
Il racconto inizia con la
descrizione del giorno delle nozze, un giorno d’estate però preceduto da un
forte acquazzone estivo, metafora di quello che sarebbe accaduto nella vita di
questi due sposi.
Giuseppe emozionatissimo
attende Marcella all’altare e quando la vede sulla soglia della chiesa è
percorso da un brivido che gli fa spuntare le lacrime agli occhi.
Perché, è bene chiarirlo
fin dall’inizio, in questa storia c’è un unico filo conduttore che è l’Amore,
un amore profondo, incondizionato, che ha saputo superare autentiche tempeste,
resistere ad uragani e ad atroci sofferenze, a dolori, a dolorosi lutti. Un
Amore supportato da una Fede incrollabile, luce e faro nel loro cammino di
vita.
Dopo il matrimonio, il
viaggio di nozze, il rientro a casa e dopo un po' il primo ritardo di Marcella
che fa battere il cuore dei due giovani sposi. L’euforia, la felicità, la
convinzione che un fagottino fosse in viaggio per affacciarsi alla vita.
Un’ecografia confermerà tutt’altro, una “vita aliena” come l’hanno
definita gli stessi autori: un fibroma.
Inizia per Marcella e Giuseppe un percorso tortuoso e difficile, doloroso e
pauroso.
Il titolo del libro è
quanto mai appropriato perché Marcella e Giuseppe hanno desiderato fortemente
diventare genitori, si sono sentiti genitori nello spirito e quel sogno lo
hanno accarezzato tre volte. Per tre volte hanno sperato, gioito e hanno pianto
disperati perché per tre volte hanno perduto il figlio tanto cercato per
diverse cause, alcune molto gravi che hanno messo in grave pericolo la vita di
Marcella.
Un accenno occorre farlo
anche alla sanità italiana, i nostri protagonisti hanno consultato decine e
decine di medici, hanno viaggiato e speso denaro dietro a terapie più o meno
valide, hanno ascoltato e creduto in professori e medici che facevano loro
credere che dopo questa o quella terapia tutto sarebbe andato per il verso
giusto, ma di giusto non c’era nulla. Perché a sperare, a credere e a lottare e
a poi a rimanere delusi erano sempre Giuseppe e Marcella.
Il desiderio genitoriale
sempre molto forte li ha portati a tentare invano la strada dell’adozione, ma
pur avendone tutti i requisiti, a Marcella e Giuseppe è stato negata la
possibilità di rendere felice, amato e coccolato un bambino, togliendolo da una
casa famiglia o da un orfanotrofio.
Hanno conosciuto anche
l’esperienza dell’affido, ma anche in quel caso quel bambino non gli è stato
dato in adozione.
“Tanta burocrazia e troppe
cartacce, tante parole, poca concretezza e troppo troppo poco amore.
Siamo pienamente convinti
di poter affermare che tanti bambini sono parcheggiati nelle case famiglia in
attesa di adozione e che non si fa tutto quello che si dovrebbe fare fino in fondo
per dare loro una sistemazione ed una vita dignitosa. Abbiamo sempre avuto la
sensazione che questi bambini fossero soltanto dei fascicoli, ovvero delle
carte.”
In tutta questa storia
c’è un aspetto da non trascurare e cioè la Fede incrollabile dei due
protagonisti, la luce sempre presente in fondo al tunnel, il Conforto, la
Certezza, il Sostegno (non a caso ho scelto di usare le lettere maiuscole).
E in quella Fede sempre
presente, trovano la forza di rinascere, di alzarsi, di andare avanti, di rasserenarsi
con la consapevolezza di aver tentato ogni strada eticamente corretta per
diventare genitori e che si può essere mamma e papà nel cuore e nello spirito,
pur non avendo avuto la possibilità di esserlo in concreto.
Maternità e paternità
spirituale è una storia di coraggio, di amore coniugale
incondizionato, di carità, di capacità di donare amore ed è una grande
testimonianza di fede.
Una storia che merita di
essere letta perché può solo arricchire e insegnare.


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