19 febbraio 2018

ANTONELLO VENDITTI

Buona sera, proseguiamo con le nostre interviste. Oggi ho l'onore di presentarvi Antonello Venditti, un artista dotato di un talento fuori dal comune. Ho avuto il piacere di conoscerlo in fiera e la sua bravura è pari al suo modo gentile e simpatico di approcciarsi alle persone. Un vero artista che sa come sedurre attraverso i colori e le sue creazioni. Il suo curriculum è di tutto rispetto. Ha studiato pittura presso l'Accademia delle belle arti di Roma, ha frequentato l'Istituto d'arte Vincenzo Bellisario. Illustratore freelance collabora con la Casa Editrice Dark Zone edizioni. Gestisce diverse pagine web.




INTEVISTA A VENDITTI ANTONELLO

 
 
1.      Da quando è nata la tua passione per la grafica o il disegno?



 Dipingo da quando avevo 8 anni. Ho iniziato con la pittura a olio che ho abbandonato nel periodo accademico per dedicarmi a una più complessa come la pittura acrilica. La passione credo comunque sia una cosa innata, praticamente per me dipingere, disegnare creare è un bisogno primario, un po’ come mangiare o bere.
 
 
2.      Come hai scelto il tuo nome d'arte?
 
Purtroppo il mio nome d’arte come si evince non è tale, anche perché se avessi dovuto sceglierlo non avrei scelto quello di qualcun altro. Dopotutto non mi ha portato neanche fortuna, anzi il contrario. Ma Antonello Venditti è il mio vero nome, spero un giorno di poter competere con l’altro grande nome.

 
3.      Come selezioni le immagini? Cosa deve avere un'immagine per catturati? ( come scegli i disegni? )
 

Le immagini nascono da sé, appaiono nella mia testa in automatico. Per esempio, se qualcuno mi racconta qualcosa, la mia mente focalizza subito anche i particolari. Certo che partire da un’idea non è mai semplice, ma se un’immagine, realizzata o ancora in stato embrionale, deve avere degli elementi fondamentali affinché il mio gusto venga catturato deve avere: pulizia coloristica, armonia dei toni, tecnica impeccabile, originalità e ottima impostazione, queste sono il succo che di solito hanno quelle immagini contenute in un guscio attrattivo.

 


4.      Quali sono gli elementi essenziali per la creazione di una cover? ( di un bozzetto, di un disegno, quadro ecc.....)
 
Rifacendomi alla domanda precedente posso aggiungere altro oltre al mio gusto personale. Per la realizzazione di una cover o comunque un’opera pittorica io consiglio sempre di partire da un bozzetto, poiché dà a noi autori la possibilità di materializzare subito l’idea e al committente, se c’è, di poter scegliere di fare delle modifiche. Di norma la specularità dell’immagine, ossia la composizione simmetrica di un’opera, costringe l’occhio e di conseguenza la mente a elaborare qualcosa di riconoscibile. L’essere umano è costituito da una forma simmetrica, sarà probabilmente per questa forma o per una regola naturale che si risponde più positivi a certe immagini. Personalmente ho riscontrato che ciò funziona; scombinare certe funzionalità è come scombinare l’ordine naturale delle cose, che sicuramente può accadere, ma se no si ha una valida sostituzione o soluzione ciò tende a decadere. Vorrei spiegarmi meglio aggiungendo che se un’immagine non è simmetrica non è detto che non funzioni, anzi, si possono adottare dei tagli e delle inquadrature che oggi superano di gran lunga i metodi classici. Resto sempre comunque dell’idea che troppi elementi in un’immagine disturbano, a meno che non siano dosati. Per creare mi ricordo sempre della massima concentrazione e del tempo disponibile, se mi sento il fiato sul collo lavoro davvero scomodo. L’ansia si trasmette anche attraverso ciò che realizzo.

 

5.      Quali sono i tre errori che non dovrebbe commettere un professionista del settore?
 
 Partendo dal fatto che un professionista dovrebbe essere tale e quindi non commettere nessun tipo di errore, figuriamoci tre. Comunque per quel che si vede girando sul web, trovo orribile il plagio, quando si imita tutta l’immagine di qualcun altro. Sono d’accordo sull’ispirazione, ma questo non deve essere un pretesto per rubare le idee altrui. Altro errore che non ammetto sono gli strafalcioni anatomici, se mi proponi una immagine realistica non ti puoi permettere di fare certi errori. Se parliamo di grafica e lettering, odio i font inadatti, spesso troppo eccessivi e insignificanti. Il corsivo lo trovo completamente inadatto per esempio sulla copertina di un libro, prediligo un time new romans maiuscolo piuttosto che un font ricercatissimo e arzigogolato.

 

 
6.      Quali sono i tre errori che non dovrebbe commettere un cliente nella scelta di una cover? ( disegno o lavoro in genere che è commissionato)
 
 
Un cliente non dovrebbe mai mettere dei limiti all’illustratore e non dovrebbe mai voler mettere tutto ciò che c’è scritto nel suo libro in una cover, questo è l’errore che i clienti commettono spesso. Non ascoltare i consigli dell’artista sarebbe l’errore peggiore, dare carta bianca sarebbe la cosa migliore.

 

7.      Hai mai rifiutato un lavoro perché andava contro il tuo gusto personale?
 
Si ho rifiutato un lavoro. Di solito accetto tutto ma realizzare un fumetto erotico-fetish non mi appartiene proprio. Primo perché il fumettista ha una visione complessa e completamente diversa dalla mia riguardo la realtà e la rappresentazione dell’immagine, secondo perché essere artefice di immagini ad alto contenuto erotico con la peculiarità di dover conoscere a fondo gli strumenti sadomaso e le specifiche pratiche non mi aggrada.

 
 
8.      Ci sono modelli a cui ti ispiri nel tuo lavoro?
 
I modelli a cui mi ispiro sono i grandi maestri del passato. Caravaggio in primis.

 9.      Il mercato offre una vasta scelta per i clienti, cosa consigli per difendersi dalla scarsa qualità?

 
Consiglio sempre di attendere l’occasione o cogliere l’opportunità per potersi fare realizzare qualcosa d’importante da un professionista, anche perché non sono inaccessibili certi tipi di lavoro. Consiglio di star lontano dalle cose realizzate con troppa facilità, con la fretta o semplicemente perché quasi gratuite. La qualità ripaga sempre.



  

10. Perché un cliente dovrebbe scegliere te?


 
Be’ non saprei davvero come propormi. Posso però dire di essere una persona seria e non farei mai un lavoro “tanto per farlo”. Ciò che porta il mio nome è equivalente della mia reputazione.



  
11.  Cosa suggerisci a chi vorrebbe cimentarsi in questa professione?

Essere artisti è una cosa innata, interiore, personale, nessuno ci può dire se lo siamo o meno, ma l’arte sì, è fatta anche di regole, e se non sei originale, non hai nulla da dire e non hai un minimo di bagaglio culturale è meglio fare altro nella vita. Non credo alle improvvisazioni e mi fido delle capacità anche manuali, che siano parte di una dote naturale o acquisita non importa, l’essenziale è restare umili e saldi nelle proprie convinzioni. L’illustratore è una figura che ha acquisito più credito negli ultimi 30 anni, molti non li considerano artisti con la A maiuscola perché i loro lavori sono ritenuti da alcuni critici privi di contenuti, ma posso garantire in base alla mia esperienza che ho conosciuto molta più umiltà, capacità e riconoscimento del pubblico nella parte degli illustratori che sono veri e propri artisti. Quindi consiglierei di studiare molto, soprattutto i grandi maestri del passato e, con una buona base, affrontare successivamente l’originalità, e poi via a donarsi. Bisogna essere molto social per farsi conoscere da tutti, l’interazione con un ampio pubblico virtuale può portare grandi vantaggi e ottime opportunità di lavoro.
 
Volete vederlo al lavoro?
 
 
Sono moltissimi i lavori che questo artista ha creato, tra cui dipinti su tela, murales , opere di vario genere... insomma non vi resta altro che cercare questo talento e seguirlo.
 
 
 
 
 
Lascia un commento a piacere e i link delle tue pagine, sito web ecc...

 
 

GRAZIE

DANIELA

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