08 settembre 2015

Recensione: Il bosco di Nereiu di Valerio Sericano


La vicenda è ambientata negli anni Settanta del XX secolo in un piccolo paese di campagna, Coltrave, situato in un luogo imprecisato del nord Italia, posto tra gli Appennini e la Pianura Padana.
Protagonista della storia è Alvaro Bianchi, un medico quarantaseienne divorziato da alcuni anni, che svolge la propria professione nel piccolo centro rurale.
La tranquilla routine quotidiana di Alvaro viene un giorno interrotta dalla visita in ambulatorio di un giovane del paese stesso, Corrado, il quale gli racconta di essere molto preoccupato per la propria salute mentale, poiché da un po' di tempo continua a ripetere ogni notte lo stesso incubo, tanto da rischiare la pazzia.
Alvaro, partendo dagli elementi contenuti nell'incubo ricorrente raccontatogli dal ragazzo, inizia un’indagine personale che culmina nella scoperta di alcuni segreti riguardanti il passato del piccolo borgo, i quali lo portano a conoscenza di un’antica storia collegata ad una misteriosa reliquia custodita segretamente in un particolare luogo del paese stesso.

Tuttavia, quando Alvaro, dopo aver collegato i misteri del passato di Coltrave con gli incubi di Corrado, crede di essere giunto a capo dell'insolita vicenda, compare improvvisamente sulla scena la diciottenne Fanny, una misteriosa figura femminile la cui presenza sconvolge l’intero quadro dei fatti, fornendo una spiegazione sorprendente a tutti gli eventi misteriosi trattati fino a quel punto.
Da quel momento Fanny diventa la vera protagonista del romanzo, con Alvaro coinvolto suo malgrado in un ostico rapporto con la ragazza, dotata di strane facoltà e la cui stessa esistenza nasconde un segreto inconfessabile, di cui il solo Alvaro giunge a conoscenza.
Sarà proprio la condivisione di questo segreto a creare tra loro un confronto, dapprima conflittuale e poi complice, che porterà Alvaro a rivedere tutte le proprie convinzioni e al contempo lo costringerà a fare i conti con le remore lasciate in sospeso dal suo passato.
Ma anche per Fanny l’incontro con Alvaro non resterà senza conseguenze, perché la ragazza si vedrà costretta ad affrontare una situazione per lei nuova e tanto sconvolgente da indurla, infine, a prendere una decisione drastica ed irrimediabile. Tuttavia, quando le cose per lei sembrano indirizzarsi in un certo modo, la realtà cambierà ancora, offrendo a Fanny uno scenario finale diverso da quello prospettato…

 " In memoria di tutte le donne torturate e arse vive nel corso dei secoli per effetto di quell'abomionio rimasto nella memoria con il nome di caccia alle streghe"

 

 ESTRATTO 1.

Vittorio iniziò a lavorare al volto della madonnina partendo da un’idea già definita. Proprio per questo motivo, quando cominciò a dipingere si sentiva nervoso, perché non era per nulla sicuro di riuscire a realizzare quello che aveva in testa. Così iniziò ad armeggiare con stucchi e pigmenti, lavorando con crescente entusiasmo solamente quando si rese conto che il suo pennello stava dipingendo esattamente ciò che voleva lui, allorché le fattezze della madonnina, a mano a mano che il lavoro procedeva, sembravano rispecchiare esattamente il prototipo che aveva ben memorizzato nella propria mente. Vittorio lavorò senza sosta per tutta la giornata fino a che non ebbe finito il ritratto, dopodiché si allontanò di alcuni passi dall’affresco e iniziò a osservarlo da più distante. Improvvisamente, con un impeto di commozione si tolse d’istinto il cappello dalla testa, poi esclamò ad alta voce: “Sì, è lei, è lei! È incredibile! Ci sono riuscito!”. Poco dopo s’inginocchiò davanti alla cappelletta e iniziò a pregare a bassa voce con le mani giunte. Alcuni minuti dopo, appena uscito dalla chiesa dove aveva compiuto la funzione pomeridiana, don Francesco si vide arrivare incontro il pittore, il quale gli disse con aria trafelata: “Reverendo venga, presto. È un miracolo! Deve venire a vedere… È successo un miracolo!”. Il parroco, dopo la sorpresa iniziale, gli chiese cosa fosse accaduto, ma Vittorio lo invitò solamente a seguirlo di buon passo fino alla cappelletta, dicendo che gli avrebbe spiegato tutto davanti all’immagine della Madonna che aveva da poco finito di ridipingere. Poco dopo i due si fermarono insieme davanti alla Madonnetta, il nome con il quale gli abitanti di Coltrave erano soliti chiamare la cappelletta, di fronte alla quale don Francesco rimase fermo a bocca aperta non appena fissò il ritratto, segnandosi con il nome del padre senza riuscire a proferir parola.  “Reverendo, non è bellissima?”, esclamò il pittore orgoglioso della sua opera. “L’hai davvero dipinta tu Vittorio?”, chiese ancora incredulo don Francesco. Il pittore si gettò nuovamente in ginocchio davanti all’immagine, poi disse al parroco: “Questa notte la Madonna mi è apparsa in sogno e mi ha chiesto di dipingere il suo volto così come la potevo vedere. Mi creda, pensavo di poterla toccare per quanto mi appariva reale. In sogno mi diceva: ‘Vittorio, so che devi dipingere l’immagine della madonnina della cappelletta di Coltrave. Ti chiedo di copiare esattamente le fattezze del mio viso come le stai vedendo adesso in sogno. Guarda di fare un bel lavoro, mi raccomando…’. Io a quel punto ho pensato: ‘Non sono sicuro di farcela mia Signora, ma ci proverò’. Ma lei mi ha tranquillizzato, ripetendomi più volte con un sorriso dolcissimo: ‘Sono sicura che ce la farai Vittorio, concentrati bene e sono sicura che ce la farai…’. Quando mi sono svegliato, avevo ancora davanti l’immagine del suo viso, nitida come fosse un quadro. Così sono corso qui per cominciare il lavoro il più presto possibile, e guardi un po’ il risultato…”.

ESTRATTO 2.

Trascorsi alcuni giorni dalla visita allo studio di Alvaro per il problema degli incubi notturni, Corrado vi fece ritorno più preoccupato che mai. Quando Alvaro lo vide entrare nell’ambulatorio capì subito che i tranquillanti che gli aveva prescritto non avevano prodotto alcun effetto, perché l’espressione del ragazzo denotava un profondo senso di frustrazione. Corrado questa volta non si perse in giri di parole: “Dottore, io continuo a fare quel sogno… Mi aiuti la prego, perché sto veramente diventando pazzo!”. Vista la situazione, Alvaro chiese al ragazzo di avere pazienza. Avrebbe sbrigato i restanti pazienti, e poi, dopo l’orario di chiusura dell’ambulatorio medico, gli avrebbe dedicato tutto il tempo necessario, anche a costo di giungere fino a sera inoltrata. Corrado si disse d’accordo e si accomodò pazientando in sala d’attesa. Quando finalmente i due furono soli, Alvaro chiese al giovane di raccontargli tutti i particolari di quella strana vicenda, accingendosi pure a prendere appunti per memorizzare meglio il caso. Corrado riprese pertanto da dove era rimasto la volta precedente: “Continuo a vedere quella ragazza, ma di volta in volta la scena pare diventare sempre più chiara, tanto che riesco a notare particolari sempre nuovi… È quasi come se vivessi la scena di un film recitandola da capo ogni notte… È pazzesco, mi creda dottore, non ce la faccio davvero più….”. “Calmati Corrado, e cerca di raccontarmi per bene tutto quello che vedi nel tuo incubo”, gli disse pacatamente Alvaro cercando di rassicurarlo. A quel punto il ragazzo si tranquillizzò, abbandonandosi sullo schienale della sedia posta di fronte alla scrivania del medico. Poi iniziò a raccontare: “L’incubo comincia sempre con la visione improvvisa di questa ragazza, nuda e sanguinante… Sembra immersa in una pozza o qualcosa di simile, e non appena mi vede, sembra volermi dire qualcosa. Intorno c’è tanta confusione. Lei ha i polsi legati con una corda, ma non capisco se è appesa oppure se viene trascinata da qualcuno. Comunque non può usare le mani… Notte dopo notte questi dettagli sono diventati sempre più nitidi, tanto che ormai sono riuscito a memorizzare certi particolari, come per esempio il fatto che lei mi chieda di aiutarla, salvo poi farmi espressa richiesta di essere uccisa…”. “E tu che fai a quel punto?”, intervenne Alvaro, “ti comporti sempre allo stesso modo?”. “Sì…”, rispose Corrado con rammarico, “finisco sempre per ucciderla. E sempre allo stesso modo, pugnalandola al petto…”, terminò Corrado manifestando vergogna e disappunto. “Ma cosa ti sembra di provare in quel momento? Voglio dire: hai la sensazione di compiere volontariamente quel gesto, oppure c’è qualcosa o qualcuno che sembra costringerti a farlo?”. “No, lo faccio e basta. Perché me lo chiede lei… Ma c’è un altro particolare che ricorre sempre: un pugnale a forma di crocefisso che lei porta al collo. Io lo prendo, glielo strappo via, estraggo la lama e la pugnalo con quello. E puntualmente mi sveglio in preda alle convulsioni…”. Terminata la sua esposizione Corrado si trovò seduto in avanti sulla sedia, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e con le dita delle mani intrecciate, quasi fosse intento a pregare. Alvaro notò che il ragazzo, avendo la camicia aperta sul davanti, in quella posizione metteva in bella vista un medaglione ciondolante che gli pendeva dal collo, recante la scritta Anni Sancti 1975. “Sei molto religioso?”, gli chiese Alvaro. Corrado si rese conto che il dottore gli aveva notato il ciondolo: “Ah sì, questo è un regalo che mi ha fatto mia nonna. È un suo caro ricordo, perché è scomparsa da poco. Comunque sì, sono molto religioso. A proposito...”, continuò il ragazzo, “un altro particolare che mi viene in mente, forse insignificante, è che la ragazza del sogno mi ricorda tantissimo il volto della madonnina dipinta nella cappelletta del paese, quella che tutti chiamano Madonnetta. Me ne sono reso conto perché ormai tutti i giorni quando passo di lì mi fermo a pregarle davanti. Si sa mai che mi aiuti a liberarmi da questo tormento…”.

Dalla mia recensione Amazon

Il romanzo di questo autore italiano si apre con una dedica struggente che riporta alla memoria un olocausto perduto nel tempo, ma mai dimenticato: le alte pire di fuoco per la purificazione dell'anima. Un fantasy che vede come protagonista una ninfa dai tratti umani capace di vivere emozioni e provare amore. Scritto con minuzia di particolari. nelle prime pagine è descritto il paesino di Coltrave, anche in questo caso i dettagli sono così ricchi e approfonditi che non è difficile chiudere gli occhi e vedere il verdedella Valle, sentire i profumi di altri tempi e viverne le emozioni. Una vicenda che solca il mare del tempo e dello spazio arrivando a un tempo più vivino al nostro il 1974. Un fatasy completo, affascinante. La scrittura è scorrevo, elegante e mai noisoa. Gli avvenimenti si sussegguono senza accavallarsi, ma mantenedo un ritmo costante. Da amante del genere posso solo consigliarne la lettura.

Recensione di Chiara Cispoli

 Libro fresco, giovane e molto scorrevole. L'intrigo che ruota intorno al dipito si fa molto entusiasmante durante la letturaI caratteri del personaggi sono molto realistici e combattuti  sotto ogni forma, scienza e fantasia devono scontrarsi . Un amore che va oltre il temp, la razionalità  e la sofferenza. Un romanzo fantasy che consiglio vivamente e spero di leggere altro di questo scrittore.

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