04 aprile 2016

GIUSEPPINA VITALE


 GIUSEPPINA VITALE RECENSIONE  IL DIARIO DI S




SINOSSI 

Serena Costa è una giovane ragazza figlia d’immigrati italiani che vive negli USA. Da molto tempo innamorata del suo migliore amico decide di rivelargli ciò che prova, purtroppo però lui la rifiuta affermando che tra loro c’è solo una bella amicizia. Respinta cade in un dramma esistenziale, si tormenta di domande, fa il possibile per migliorare il suo aspetto, sfogando il suo dolore attraverso il vomito indotto. Non cerca solo di espellere ciò che mangia, ma anche il suo disagio. Farà della bulimia il suo sfogo, credendo di risolvere i suoi problemi, sfortunatamente però ne creerà solo di nuovi.
info: raggi.diluna@live.it

Recensione Il diario di S. di Giuseppina Vitale

Quando ho iniziato a leggere questo libro, credevo di trovarmi davanti ad un romance per adolescenti. La protagonista Serena, per tutti semplicemente S, ha origini italiane, ma la sua famiglia si è trasferita in America per sfuggire ad una situazione di instabilità economica. Grazie a questa scelta infatti, la famiglia di S con gli anni è riuscita ad avere una certa solidità economica, tanto da permettere alla figlia di frequentare le scuole migliori, dove si trovano l’élite, i ricchi e i figli di papà. Serena cresce nel quartiere italiano di Little Italy a Manhattan, accanto alla famiglia Rossi. Sebbene tra la sua famiglia e i Rossi non ci sia buon sangue, S fa amicizia con i due figli, Marco e il piccolo Rossi, Luca.
Crescendo il suo sentimento per Marco si trasformerà in amore, ma non sarà corrisposto, giacché  il ragazzo la vede come una sorella ed è innamorato di Lisa.
S prova una grande delusione dal rifiuto di Marco e soffre profondamente nel vederlo con la ragazza. La sua sofferenza è resa più accentuata dal rapporto freddo e distaccato che ha con i genitori, soprattutto con la madre, la quale sembra essere interessata esclusivamente alla scalata sociale. Per questa sua ispirazione iscriverà la figlia nella più prestigiosa ed esclusiva scuola della città, una scuola controllata economicamente dalla prestigiosa famiglia Brown.
La giovane S si troverà a vivere un quotidiano pesante, in cui verrà apostrofata come plebea. Saranno poche le amicizie sincere. A scuola dovrà farsi spazio con grinta, con rabbia, cercando di emergere in un ambiente ipocrita fatto di inconsistente apparenza. Le cose peggioreranno proprio quando inizierà a farle la corte Jack Brown, il figlio del proprietario della scuola, il più ambito da tutte le ragazze.  Con Jack inizierà un rapporto altalenante, un tira e molla, fatto di attrazione e malintesi, di amore e dispetti, di avvicinamenti e bruschi allontanamenti. Un rapporto deleterio e distruttivo che si protrarrà nel tempo, proprio in un periodo estremamente delicato per un giovane, quello che va dai 16 ai 18 anni. La giovane S inizierà a sentirsi usata, snobbata, profondamente sola. Avvertirà un ingiusto senso di inadeguatezza, si sentirà a disagio, fuori dal contesto. E inizierà a punirsi…inconsciamente. Mettendo delle dita in bocca e vomitando, non per liberarsi del cibo mangiato, ma per darsi sollievo da un dolore e da una pesante amarezza a cui non riesce a dar sfogo. Col tempo , aumentando il suo dolore, il vomito non le basterà più, ha bisogno di farsi più male e inizieranno le sue manie autolesioniste. Jack intanto la lascerà, la riacciufferà per poi allontanarla di nuovo, fintanto che S scoprirà che è prossimo alle nozze con una esponente dell’alta società.
Per S è la fine di tutto.
Nel frattempo Marco torna sui suoi passi e dopo aver recuperato la loro amicizia, anche lui la vedrà con gli occhi dell’amore. Marco e Serena si riavvicineranno e si riscopriranno innamorati.
La vita sembra accanirsi con lei e un giorno sorpresa in casa da sua madre mentre era in intimità con Marco, scopre un’agghiacciante verità: Marco è suo fratello, frutto di una relazione extraconiugale tra suo padre e la madre del ragazzo.
Il dolore che le provocherà quella notizia, l’allontanamento di Marco, distrutto quanto lei, che andrà a vivere lontano, la porteranno in uno stato di totale e completa disperazione facendole tentare il suicidio.
Saranno gli amici, tra cui Luca Rossi, ad aiutarla pian piano a riemergere, la sosterranno, la appoggeranno e cercheranno di confortarla e di comprenderla. Fin quando arriva un’altra batosta, grande quanto la precedente. Marco è malato gravemente e poco dopo muore.
Farsi male è l’unica strada che S conosce, ma ne percorre un’altra, più vera, più giusta, più onesta. Ammettere di stare male ed affidarsi alle competenze di un psicoterapeuta. Attraverso un percorso lungo e doloroso, S imparerà ad amarsi, guarirà le ferite dell’anima, del cuore e del corpo e scoprirà di essere una donna forte che può continuare ad amare ed essere amata.
E Serena si innamorerà e sarà amata. Da chi?
Una persona molto vicina a lei, la più giusta, il piccolo Rossi.
L’autrice attraverso il libro accende i riflettori su un problema diffuso e frequente durante l’età adolescenziale cioè la bulimia e l’autolesionismo.
Il messaggio che vuol passare è altamente positivo. Dai disturbi psicofisici si può guarire, ma bisogna accettare di stare male e ricorrere all’aiuto di personale competente.
Un romanzo difficile, adatto ad un pubblico adulto per i temi che tratta, liberamente  ispirato ad una vicenda realmente accaduta.
Silvia Maira

4 stelline di valutazione
3 fiammelle dell’amore*

*Le fiammelle dell’amore indicano la presenza di scene hot.


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