27 aprile 2016

LE INTERVISTE DEI SOGNATORI ERRANTI

SARA GAVIOLI

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Diamo il benvenuto a Sara Gavioli, nostra ospite per l'intervista di questo sabato mattina.

Ciao Sara, presentati e racconta qualcosa di te. Qual è il percorso che ti ha portata a scrivere il tuo primo libro? Come ti è nata la passione per la scrittura?

 

Salve, e grazie per questa intervista.

In realtà ho sempre scritto. Fin da bambina scrivevo sui miei diari personali, poi pian piano ho iniziato a provare con la poesia e i racconti. Questa però è la prima volta che mi cimento nella stesura di un romanzo, e devo dire che portarlo a compimento è stata una bella soddisfazione. Volevo mettermi alla prova.

Al momento vivo a Milano, dove sto frequentando dei corsi di editoria e redazione. Sono siciliana ma ho deciso di spostarmi al nord per darmi una possibilità.

Da grande voglio diventare una vecchietta estrosa circondata da gatti e librerie piene. Sono sulla buona strada

 

Presentaci il tuo lavoro: Un certo tipo di tristezza. Si tratta di un romanzo molto particolare, lo definirei intimista. Da cosa nasce la storia? Nasce da qualche tua ispirazione particolare oppure hai seguito un filone che ti piaceva come lettrice?

 

Chiunque scrive ciò che vorrebbe leggere. Io amo le storie in cui domina l'introspezione rispetto all'azione, ambientate ai giorni nostri e nel nostro mondo, con protagonisti diversi dal solito. Per questo, da un'idea che avevo in mente da anni è nata l'avventura di Anna. Solo alla fine della prima stesura mi sono accorta che parlavo della mia generazione: la difficoltà nell'inserirsi in una società blindata, la confusione che si prova di fronte ai form del curriculum europeo. La storia nasce, di base, da una riflessione su come ci si sente oggi ad avere tra i venti e i trent'anni (o magari poco più) e dalla mia passione per i diari, per i luoghi isolati e per la neve.

Sono molto affezionata a questa storia, l'ho coccolata per anni. Avevo in mente la situazione: una ragazza che si trova in un luogo isolato e ne è felice. Anna poi è cresciuta da sola come personaggio, e mi ha dato la possibilità di affrontare temi attuali senza nemmeno programmarlo troppo. Sono fortunata ad averla come protagonista

 

La protagonista del tuo romanzo, Anna, sembra essere un personaggio fragile e complesso, che cerca una propria via alla difficoltà del vivere. Parlaci di lei

 

Anna è una ragazza che si è arresa: non riuscendo a trovare un posto nel mondo, ha scelto di rimanere sotto le coperte al sicuro. È un personaggio pieno di contraddizioni: da un lato dice di essere sempre stata lodata per le sue capacità, dall'altro accusa il mondo di non apprezzarla perché non è riuscita ad avere successo. Pur avendo trent'anni, di fatto è un'adolescente piena di insicurezze che evita ogni contatto per timore del rifiuto. Non è un'eroina o una bellissima protagonista perfetta che alla fine trionferà per forza: è solo una ragazza.

Parlando di lei volevo parlare di quanto sia difficile oggi sentirsi a proprio agio: le viene chiesto di elencare le sue skill, le sue competenze, ma in realtà non sa quali siano e rimane perplessa. Si è convinta di non averne, alla fine. Infatti parla di se stessa come di un insetto che non ha la capacità di pagare le bollette, pensando che chiunque lo pretenda dev'essere pazzo.

Seguendola vien voglia di scuoterla e farla ragionare. Però la maggior parte dei lettori mi confessa di rivedersi parecchio in lei e nei suoi pensieri strambi. E pensare che quando scrivevo temevo di renderla insopportabile!

 

Nel tuo libro incontriamo anche il personaggio di Lidia, che offre lo spunto per analizzare il particolare momento che sta vivendo la generazione di oggi. Lidia sembra gridare la propria rabbia al mondo, tenta più volte il suicidio. Che messaggio vuoi mandare attraverso il “rumoroso” modo di Lidia nell'affrontare le proprie difficoltà esistenziali?

 

Già. Lidia è una degli abitanti del paesino che si trova poco distante dalla casa. Le strade di lei e Anna si incrociano un po' per caso, come spesso succede. Il lettore inizia a conoscere Lidia come una ragazza un po' strana, scontrosa, "problematica", come viene descritta dal barista all'inizio. Mi piace però pensare che, alla fine della storia, l'amicizia tra Anna e Lidia rimanga e cresca. Forse lei è il tipo giusto per una come la mia protagonista

 

Sembra la descrizione di un bel rapporto di amicizia tra due coetanee...

 

Sì, solo che Anna non mette il naso fuori di casa da anni e Lidia è stata spedita in paese per distrarsi dai suoi problemi psicologici. Sono due coetanee particolari, diciamo. O magari due coetanee perfettamente nella norma, oggi come oggi


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Se dovessi invogliare un lettore all'acquisto del tuo libro, come glielo presenteresti? Per quale motivo dovrebbe leggerlo?

 

Consiglio il mio romanzo a chi ama l'introspezione, a chi apprezza la possibilità di spiare nella mente dei personaggi e di vivere per un po' nei loro panni. Si tratta di una storia basata sulla crescita, sulla maturità, che può far riflettere sul mondo di oggi. E se amate la vecchia cartoleria, le librerie colme di libri polverosi e le case isolate in montagna, non dovreste perdervelo

 

Se dovessi associare il tuo libro ad un oggetto quale sceglieresti?

 

Uhm, un oggetto, vediamo... In realtà non è difficile: un diario. Ma uno di quelli vecchi, un po' rovinati, con la stampa in copertina che inizia a perdere colore. La stampa sarebbe a fiori, ovviamente. Se leggerete il romanzo capirete perché

 

Approfittando del fatto che il tuo romanzo sembra essere un po' diverso dai soliti cliché ti faccio un'altra domanda. Nei cataloghi editoriali vediamo una forte schematizzazione in generi ben definiti. Può essere che dietro l’accentuazione di questo fenomeno si nasconda la necessità di dar seguito alla pigrizia del pubblico, che preferisce andare sul sicuro anziché cercare romanzi innovativi che abbiano il coraggio di andare un po’ fuori dagli schemi?

 

Si tratta di un problema che vivo sulla mia pelle: pochi sanno cosa sia un “romanzo di formazione”, e me ne accorgo sempre più. Tra l'altro io preferisco la narrativa non di genere, e se andiamo avanti così sarà sempre più difficile trovarne. Che dire? Date una possibilità anche a qualcosa di diverso rispetto al solito, ogni tanto. E io magari proverò a leggere un romanzo rosa: un bel libro è un bel libro, il genere conta poco

 

Com’è Sara Gavioli lettrice? Ami un genere particolare di letture oppure leggi di tutto?

 

Leggo davvero di tutto, anche se come dicevo tendo a evitare opere troppo legate a un genere. Da poco ho anche iniziato a esplorare il mondo delle visual novel, per esempio. Scelgo spesso titoli pubblicati da case editrici molto piccole e quasi sconosciute, perché chiunque ami la scrittura dovrebbe sostenere chi scommette ancora sui nuovi autori. E spesso trovo delle perle. Provate anche voi

 

Quanta importanza dai allo stile di scrittura rispetto alla trama della storia? Talvolta ci si trova davanti un libro scritto bene ma noioso e povero di contenuti oppure a una storia bella e avvincente presentata con uno stile rozzo e approssimativo. Quale dei due estremi non sopporti proprio?

 

Direi che con lo stile giusto si può rendere interessante anche un libro che non ha chissà quale trama. È una domanda complicata, perché dipende. Entrambi gli aspetti sono importanti, ma io preferisco un romanzo interessante, curato, originale e con una “voce” diversa dal solito a uno piatto, sgrammaticato e narrato in modo banale ma con una trama ben delineata. Non penso sia possibile creare una bella storia senza avere un proprio stile particolare.

Se però si tratta di un libro “povero di contenuti” c'è poco da dire. Ecco: per me sono i contenuti a contare davvero, e spesso vengono trasmessi proprio attraverso lo stile. In genere ne preferisco uno semplice, poco arzigogolato, non pomposo. Secondo me, con la giusta combinazione di parole comuni si possono fare meraviglie

 

L’editing e la pulizia dei testi sono elementi importanti nella presentazione di un libro. Sotto quest’aspetto fai tutto da sola oppure ti affidi ad aiuti esterni?

 

Non è possibile fare editing da soli. Non si può avere il distacco necessario a notare gli errori se si legge una propria creazione. Al momento sto frequentando il corso di editoria dell'agenzia letteraria Herzog, e sto facendo esperienza tramite il contatto con diversi autori. Nonostante questo, anche essendo editor io stessa, per ciò che scrivo devo confrontarmi con altre persone come chiunque.

Tra l'altro, io ho da parte un file in cui sto annotando tutte le osservazioni e i pareri che mi offrono i lettori. Ascoltare chi legge, specie per un'esordiente, è fondamentale e aiuta a migliorarsi

 

Secondo te quanto tempo ci vuole tra un romanzo e l'altro? Intendo: quanto tempo bisogna stare dietro a un romanzo pubblicato, prima di passare al lavoro successivo?

 

Scrivere è un lavoro: bisogna darsi delle regole, organizzarsi.

Io sto ancora imparando. Al momento ho in corso due prime stesure e credo non sia l'ideale. Converrebbe forse concentrarsi su una cosa alla volta e mettere da parte le buone idee per il futuro.

Ogni scrittore, comunque, ha i suoi tempi personali. Se l'idea c'è, si può iniziare a scrivere qualcosa di nuovo anche un giorno dopo la pubblicazione del titolo precedente. Un po' di riposo però ci starebbe bene, anche per liberare la mente.

Ai giorni nostri, tra l'altro, l'autore deve investire molto tempo nella promozione e potrebbe essere troppo impegnato per lavorare a qualcosa di nuovo. Basta non avere fretta e far bene quello che si fa

 

Che cosa pensi dell'editoria italiana? I giovani autori hanno più possibilità di emergere rispetto al panorama mondiale? In Italia pare si guardi agli autori stranieri con un occhio più benevolo, affascinati dal contesto d'oltreoceano, sei d'accordo?

 

Se parliamo della "grande" editoria, sì. In realtà però in Italia esistono un sacco di piccole case editrici che quasi nessuno conosce. Per chi vuole emergere è importante frequentare le fiere, gli eventi, i luoghi in cui gli editori cercano di promuoversi. Se noi stessi non supportiamo le realtà più piccole, che molto spesso pubblicano esordienti, chi lo farà? Occorre quindi farsi un esame di coscienza: gli scrittori sono tantissimi, i lettori pochi. Se ogni aspirante scrittore leggesse esordienti, saremmo a posto e forse verremmo pubblicati più facilmente

 

Come curi l'aspetto promozionale della tua attività di scrittrice?

 

“Un certo tipo di tristezza” è stato pubblicato dalla Inspired Digital Publishing, quindi l'editore mi aiuta nella promozione. Ho rilasciato diverse interviste, contattato lit-blog e booktuber, e ho anche realizzato un video con la lettura di un brano dal romanzo. Ne sono particolarmente orgogliosa. Ascoltare la lettura di un brano del proprio romanzo è molto emozionante, io ogni tanto lo ascolto di nuovo e mi brillano gli occhi

 

Ci sono particolari elementi della tua formazione o del tuo percorso di vita che hanno influenzato la scrittura o tutto vi trova spazio?

 

Mio padre faceva il bibliotecario e amava i libri con una passione commovente. La casa nella quale sono cresciuta è sempre stata colma di volumi antichi e nuovi, ficcati in ogni scaffale per mancanza di spazio. Mi raccontavano storie ogni sera prima di dormire, ne inventavano per me, mi incoraggiavano a inventarne da sola. Penso che questo abbia avuto un ruolo importante nel mio interesse per la scrittura

 

Un libro famoso che ti ha fatto innamorare e uno che invece non sei riuscita a digerire…

 

Questa è la domanda che temo sempre, perché potrei elencare tantissimi titoli. In questo periodo sono innamorata di “Gone girl”, scritto da Gillian Flynn. Penso sia abbastanza famoso, no? Da poco ho scoperto “Neve, cane, piede” di Claudio Morandini, davvero un bel libro che se non è famoso dovrebbe esserlo. Ora sto leggendo “Le correzioni” di Franzen.

Uno che non mi è piaciuto? Ho provato a leggere “Cinquanta sfumature”, ma mi sono addormentata

 

Se ti chiedo ebook o cartaceo, che cosa mi rispondi?

 

Entrambi. Perché togliersi delle possibilità? La lettura in digitale ha i suoi vantaggi così come quella in formato cartaceo. Basta saper scegliere in base a cosa conviene: c'è una differenza di prezzi e di reperibilità, senza contare che con il servizio MLOL prendo in prestito un sacco di e-book gratuitamente senza nemmeno dover uscire di casa. Non smetterò mai di comprare anche libri “fisici”, ma penso che chiunque ami leggere lo fa in entrambi i modi senza troppi problemi

 

Un'ultima domanda per chiudere quest'interessante chiacchierata mattutina. Progetti per il futuro?

 

Tanti. Continuerò a scrivere ma anche a leggere: ho intenzione di approfondire le mie conoscenze del mondo editoriale e di andare avanti come editor. Dare una mano agli autori mi piace tantissimo, e sentirmi dire che il mio lavoro è utile mi rende felice. Nel frattempo ho già in cantiere un secondo romanzo e una raccolta di frammenti. Non sto con le mani in mano, insomma. Vedremo!

 

 

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