09 maggio 2016

LE INTERVISTE DEI SOGNATORI ERRANTI

 CELESTE GIAMPIERINO COLLINS


Presentati, racconta qualcosa di te. Qual è il percorso che ti ha portata a scrivere il tuo primo libro? Come ti è nata la passione per la scrittura?

C: Sono Celeste Giampietro Collins e, nonostante il cognome straniero che mi arriva dal marito statunitense, sono un'anima del profondo Sud. Sono nata a Matera, ma vivo a Firenze, molto vicino alla casa di Dante...

Come seconda domanda ti chiedo ciò che tutte le autrici che ci seguono vorrebbero chiederti: cosa hai provato quando hai saputo che una CE importante come Rizzoli ti avrebbe pubblicato?

C: Quando un pomeriggio di inizio dicembre mi è arrivata la telefonata di Alessandra Bazardi, consulente editoriale per Rizzoli e nome conosciutissimo nel mondo editoriale, credo di aver avuto un infarto.
Durante quella mitica telefonata ho saputo che la Rizzoli avrebbe pubblicato il romanzo nella collana online You Feel nel giro di quattro settimane. E' stato il momento che sognavo da una decina di anni, almeno. O forse inconsciamente da tutta la vita

la collana digitale You Feel racconta storie di donne scritte da donne.
 Ti va di parlarci del tuo libro? Quando l'hai scritto? chi sono i protagonisti? Dove è ambientato?

C: Il romanzo ho iniziato a scriverlo qualche anno fa. L'idea mi è venuta durante una conferenza di archeologia. La storia è' ambientata nella mia città natale, a Matera, e racconta di un'archeologa in crisi sentimentale e lavorativa, che scopre per caso un oggetto appartenuto alla dea Venere. Una cintura che rende irresistibile chi la indossa.
Ma Carla, la mia protagonista, è una pasticciona e, nonostante la fortuna che le è capitata, riesce a cacciarsi in una serie di guai che la porteranno in una situazione apparentemente senza uscita.

Com'è il rapporto tra autore e editore in una editrice Big?

C: Posso parlarvi della mia esperienza. Sento molto la responsabilità di aver esordito in una grande CE. E' una sensazione inebriante, ma devi anche prendere il tuo lavoro molto seriamente. Hai dei tempi precisi per consegnare il tuo lavoro e devi lavorare al massimo delle tue possibilità. Una grande sfida, ma anche tante soddisfazioni.


Sappiamo anche che hai un blog di costume in inglese e italiano: “Happiness is so chic”. Ce lo vuoi presentare? Di che cosa si occupa?

C: L'avventura del blog è cominciata quattro anni fa, in un'era in cui Instagram e Whatsapp non erano così diffusi come oggi. Avendo letto tantissimi libri di self help ed essendo una convinta sostenitrice del pensiero positivo, ero spinta dalla volontà di diffondere i miei consigli per vivere una vita più serena e felice.
Scrivevo in inglese e italiano per raggiungere più lettori e nel frattempo miglioravo la mia conoscenza della lingua inglese. Raccontavo la mia vita a Firenze, i miei viaggi, le mie letture, le mie due maternità, la passione per la moda.
Alla fine il blog è stato notato dalla responsabile di Magenta Florence, un'agenzia giornalistica di Firenze, che mi ha chiesto di scrivere di cultura e di moda. E' così che alcuni miei articoli sono stati pubblicati sul sito della Repubblica e sono diventata fashion editor!

La tua passione per la moda, quando è nata?

C: E' nata in tempi molto recenti. Da ragazzina amavo le dive dei film di Hollywood e nutrivo una vera passione per Grace Kelly e Audrey Hepburn, ma non avrei mai immaginato che un giorno avrei scritto di sfilate in passerella e brand di moda. Mai dire mai, dunque!

Oltre che scrittrice, sei anche giornalista, visto che scrivi di moda e cultura in inglese per un'agenzia che collabora sul sito web del quotidiano Repubblica. Da cosa nasce questa tua passione per il costume e la moda?

C: Non sono un'amante della moda delle passerelle, ma apprezzo la qualità dei grandi nomi della moda internazionale: Dior, Chanel, Hermes, Ferragamo. Tutto è nato, penso, dalla passione per i film degli anni Quaranta e Cinquanta ambientati a Hollywood.


Ci parli dello stilista che segui con maggiore attenzione?

C: Coco Chanel. Sono affascinata dalla sua forte personalità e dallo stile severo e senza fronzoli che ha saputo imporre in un'epoca di fronzoli e merletti. Era una donna forte e indipendente che ha lavorato fino all'ultimo giorno della sua vita e ha impresso il suo marchio non solo nella moda, ma anche nella cultura e nella società. Senza il suo tubino nero, dove saremmo noi povere donne del XXI secolo?

Che cosa ne pensi del lieto fine nei romanzi rosa? Lo ritieni un carattere indispensabile per potere classificare un libro tra i romance oppure pensi che la categoria possa essere aperta anche a finali diversi dal classico “vissero felici e contenti”?

C: Non credo che per un romance sia necessario il lieto fine. Magari per alcune collane è indispensabile, ma alcuni romanzi rosa non finiscono bene o magari non hanno la conclusione che tutti si aspetterebbero. Per me quelli sono anche i più interessanti da scrivere. Non sapere come andrà a finire una storia rende tutto molto avvincente.


I tuoi progetti come autrice per il futuro?

C: Sto scrivendo un'altra commedia per You Feel. Dopo i Sassi di Matera e la mitologia, è la volta di Firenze e del quadro di un artista famoso...

In questo gruppo lanciamo delle serate a tema. Ti va di rispondere a tre nostri argomenti?
‪#‎noiche‬...
‪#‎amicizia‬ è
‪#‎unsognonelcassetto‬

C: #noiche crediamo che il domani sia migliore di ieri e ci rialziamo dalle cadute con il sorriso sulle labbra
#amicizia è scegliersi tra tanti per camminare fianco a fianco sul sentiero della vita
#unsognonelcassetto regalare con il mio romanzo tanti sorrisi a chi li ha persi

Nessun commento:

Posta un commento