Non è passato molto tempo dal giorno in cui tutte le TV diedero come prima notizia del mattino la triste scomparsa di Fabrizio Frizzi.
Da quel momento tutti i palinsesti sono saltati. Non solo in Rai ma anche in Mediaset.
Sui social e davanti alle telecamere dei TG sono piovuti copiosi i messaggi di cordoglio per la famiglia dell'amato personaggio televisivo. La notizia ha colpito profondamente la sensibilità non solo del mondo della televisione, ma anche di tante persone comuni, i telespettatori, coloro ai quali Fabrizio ha fatto compagnia con le sue trasmissioni. Fabrizio entrava tutte le sere con L'Eredità nelle case degli italiani, lo faceva con garbo e con un sorriso, quel sorriso che lo aveva sempre contraddistinto e che non lo aveva mai abbandonato, nonostante il dramma della sua malattia.
Ha sorriso fino all'ultima puntata dell'Eredità, quando ha salutato come tutte le sere il suo pubblico: "A domani".
Il giorno dopo, però, la triste notizia.
Al suo funerale, nella Chiesa degli Artisti, hanno presenziato tantissimi colleghi, tutti molto commossi, ma la piazza era piena di gente venuta da diverse parte d'Italia e ciò che saltava all'occhio era la presenza di tutte le età. Fabrizio era amato da tutti: dai bambini, dai giovanissimi e dagli anziani.
Un clamore a Roma, città dove viveva, suscitato solo dalla scomparsa di Alberto Sordi.
Vi siete chiesti come mai un personaggio televisivo abbia suscitato una tale commozione?
Fabrizio Frizzi non era un personaggio, era se stesso dietro e davanti lo schermo. E' stato il simbolo della TV pacata, pulita, elegante e ben fatta, quella TV per tutta la famiglia, che si può guardare in modo rilassante, anche con i bambini, senza bisogno di tappare loro le orecchie. Nei programmi di Fabrizio non ce n'era bisogno. Se poi paragoniamo le sue trasmissione alla TV urlata e, consentitemi l'espressione, del trash, comprendiamo il perché dell'emozione e del dispiacere che ha coinvolto tutta l'Italia. La televisione ha perduto un artista, una persona perbene.
Mi preme un'ultima riflessione...non meritava forse di più?
Io lo avrei visto come direttore artistico del Festival e lo avrei voluto rivedere alla guida del sabato sera della Rai.
Ciao Fabrizio, le luci si spengono, i sipari si chiudono, a te l'ultima parola, la tua espressione che più abbiamo amato: "Che meraviglia!"
A cura di Silvia M.
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