14 aprile 2018

Una sera a teatro con "31 e 47 morto che parla"

Foto: Teatro Eliodoro Sollima, Marsala.


Cos’ha in più il teatro rispetto alla TV? L’elenco è lungo, basta citare anche solo alcuni aspetti.
 La bellezza della location, l’attesa dell’apertura del sipario, le luci che si spengono in sala e che illuminano solo il palco, l’emozione viva, palpabile e reale degli attori. E poi gli applausi che sottolineano una battuta, un passaggio.
Sono tante le compagnie teatrali in tutta Italia, ma oltre a quelle più conosciute che hanno l’onore di esibirsi in celebri e ambiti palcoscenici, ci sono tante piccole associazione culturali che vanno avanti grazie al fuoco della passione che le anima.
Sono le compagnie degli attori amatoriali, dove con amatoriale non si intende dilettante o improvvisato, ma chi per vivere non fa l’attore e che veste tali panni nel tempo libero o come spesso accade nei ritagli di tempo.
In una di queste sere a teatro ho assistito ad una esilarante e divertente commedia che già con il titolo strappa una risata “ 31 e 47 morto che parla” messa in scena al teatro “ E.Sollima” di Marsala dall’Associazione Culturale “The Peter Pan Group”.
Non è una novità che i due numeri nella cabala indichino il temuto morto che parla, ma nella commedia a  far scappare il morto sono dei caffè o meglio i caffè preparati da Pina, una cameriera apparentemente innocua, interpretata da Emanuela Rallo, autrice della commedia che con il fratello Claudio Rallo ne ha curato anche la regia.

Tutte le scene si svolgono a casa dell’ elegante signora Elvira che però sembra essere inconsapevole della pericolosità dei caffè della sua dipendente.
Sfilano sul palco una serie di personaggi esilaranti ed improbabili che interagiscono con la Pina inscenando una gag dopo l’altra. Dalla zitella, che ha rifiutato fior di matrimoni e che alla fine decide di sposare un tale “Turiddo Sfortunato” che ci vede poco, ci sente meno ed è pure senza denti, ma che è ricco, (e come dice una canzone siciliana il denaro è in grado di coprire tutti i difetti!) ad un medico legale fortemente balbuziente ed estremamente divertente, interpretato da Massimo Perrone, che a causa della sua balbuzie finisce con il lasciare intendere una parola per un’altra. C’è il prete, padre Pippo, e l’amico di famiglia con la consorte. C’è il becchino, squattrinato e sull’orlo del fallimento e il morto che parla, il distinto Egidio Di Roccacaduta, interpretato da Angelo Porcelli.
Tutto inizia proprio con lui o meglio con un caffè offerto a lui dall’amorevole Pina… ma i caffè della Pina si sa sono altamente dannosi.
Se poi il morto è deceduto per un’ altrettanto improbabile causa come l’arresto cardiovescicolatorio 
 (diagnosticato dal medico balbuziente e da Pina) può succedere di tutto, anche che il morto alla fine non lo è, sebbene tutti lo credano tale!
In questo quadro di strani personaggi non poteva mancare un presentatore altrettanto strano: Giovanna La Parrucchiera, al secolo Gianfranco Manzo, che con tanto di tacchi a spillo e abito scollato, ha introdotto la serata con un’ode al caffè.
Una commedia in un atto unico che ha offerto una serata rilassante e ricca di risate.
Il sipario si chiude anche questa volta, le luci si spengono.
Alla prossima!

A cura di Silvia M.

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