Foto: Teatro Eliodoro Sollima, Marsala.
Cos’ha in più il teatro rispetto alla TV? L’elenco è lungo,
basta citare anche solo alcuni aspetti.
La bellezza della
location, l’attesa dell’apertura del sipario, le luci che si spengono in sala e
che illuminano solo il palco, l’emozione viva, palpabile e reale degli attori.
E poi gli applausi che sottolineano una battuta, un passaggio.
Sono tante le compagnie teatrali in tutta Italia, ma oltre a
quelle più conosciute che hanno l’onore di esibirsi in celebri e ambiti palcoscenici,
ci sono tante piccole associazione culturali che vanno avanti grazie al fuoco
della passione che le anima.
Sono le compagnie degli attori amatoriali, dove con amatoriale
non si intende dilettante o improvvisato, ma chi per vivere non fa l’attore e
che veste tali panni nel tempo libero o come spesso accade nei ritagli di tempo.
In una di queste sere a teatro ho assistito ad una esilarante
e divertente commedia che già con il titolo strappa una risata “ 31 e 47 morto
che parla” messa in scena al teatro “ E.Sollima” di Marsala dall’Associazione
Culturale “The Peter Pan Group”.
Non è una novità che i due numeri nella cabala indichino il
temuto morto che parla, ma nella commedia a far scappare il morto sono dei caffè o meglio
i caffè preparati da Pina, una cameriera apparentemente innocua, interpretata
da Emanuela Rallo, autrice della commedia che con il fratello Claudio Rallo ne
ha curato anche la regia.
Tutte le scene si svolgono a casa dell’ elegante signora
Elvira che però sembra essere inconsapevole della pericolosità dei caffè della
sua dipendente.
Sfilano sul palco una serie di personaggi esilaranti ed
improbabili che interagiscono con la Pina inscenando una gag dopo l’altra. Dalla
zitella, che ha rifiutato fior di matrimoni e che alla fine decide di sposare
un tale “Turiddo Sfortunato” che ci vede poco, ci sente meno ed è pure senza
denti, ma che è ricco, (e come dice una canzone siciliana il denaro è in grado
di coprire tutti i difetti!) ad un medico legale fortemente balbuziente ed
estremamente divertente, interpretato da Massimo Perrone, che a causa della sua
balbuzie finisce con il lasciare intendere una parola per un’altra. C’è il
prete, padre Pippo, e l’amico di famiglia con la consorte. C’è il becchino, squattrinato
e sull’orlo del fallimento e il morto che parla, il distinto Egidio Di Roccacaduta,
interpretato da Angelo Porcelli.
Tutto inizia proprio con lui o meglio con un caffè offerto a
lui dall’amorevole Pina… ma i caffè della Pina si sa sono altamente dannosi.
Se poi il morto è deceduto per un’ altrettanto improbabile
causa come l’arresto cardiovescicolatorio
(diagnosticato dal medico balbuziente e
da Pina) può succedere di tutto, anche che il morto alla fine non lo è, sebbene
tutti lo credano tale!
In questo quadro di strani personaggi non poteva mancare un
presentatore altrettanto strano: Giovanna La Parrucchiera, al secolo Gianfranco
Manzo, che con tanto di tacchi a spillo e abito scollato, ha introdotto la
serata con un’ode al caffè.
Una commedia in un atto unico che ha offerto una serata rilassante
e ricca di risate.
Il sipario si chiude anche questa volta, le luci si
spengono.
Alla prossima!
A cura di Silvia M.
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