TRAMA
"A schifiu finiu" è una
commedia in lingua dialettale scritta da Silvia Maira, scrittrice marsalese,
che nasce come autrice di narrativa contemporanea di genere romance e che si
cimenta per la prima volta in un testo teatrale.
E' una commedia brillante e divertente
ambientata negli anni '70 in cui era ancora molto forte il rispetto del ruolo
genitore-figlio, oggi forse venuto un po' a mancare.
Salvo e Mariuzza hanno cinque figli, ma
Annina è la loro unica figlia femmina. Quando comunica ai genitori l'intenzione
di voler sposare Giovanni Ciringiò, rampollo di buona famiglia, Salvo, in un
primo momento, non si mostra molto favorevole. Successivamente supera i suoi
timori infondati e decide di dare la sua approvazione al matrimonio. Da padre
orgoglioso della propria figlia, progetta un matrimonio in grande stile, pur
non avendo il denaro a disposizione. Decide di tentare la fortuna facendo una
giocata al lotto. A venirgli incontro sembra essere un sogno il cui
protagonista è il padre defunto. Salvo gioca un terno al lotto e, contando
sulla vincita, inizia a fare castelli in aria.
Durante una cena con i
"compari" Ciringiò, si discutono i particolari della cerimonia di
nozze. Una classica chiacchierata davanti ad una tavola imbandita porterà Salvo
e Mariuzza a parlare di vecchie situazioni mai risolte. Una parola tira l'altra
e ne viene fuori un acceso diverbio, gli animi si scaldano, i caratteri siculi
orgogliosi escono fuori e la coppia arriva quasi alle mani, davanti allo
sguardo basito dei futuri sposi e dei compari. Sarà proprio il compare Antonio
Ciringiò a tentare di riportare la calma ma...
Rimane tuttavia da ascoltare
l'estrazione dei numeri del lotto.
Riuscirà Salvo ad organizzare alla
figlia un matrimonio in grande stile?
Parlo con Silvia e le chiedo se ricorda qual è stato il momento preciso in cui ha deciso di cimentarsi in un testo teatrale dialettale.
Ho iniziato ad andare a teatro per assistere a delle opere e sono rimasta affascinata da quel mondo, dal sipario che si apre e inizia una sorta di magia. Le luci illuminano solo il palco e si avverte l'emozione palpitante degli attori. Così è nata questa passione che è cresciuta al punto da cimentarmi con una commedia tutta mia.
Come mai hai deciso proprio di scrivere una commedia dialettale e non un testo drammatico?
Ci sono già i miei cinque libri a far commuovere i lettori, con la commedia vorrei far ridere e dimostrare a me e a chi mi segue che posso cimentarmi con un genere diverso.
Qual è stata la maggiore difficoltà durante la stesura?
Cimentarmi con la lunghezza di un atto teatrale. Ritengo che non debba essere troppo lungo, altrimenti lo spettatore rischia di annoiarsi, né troppo breve, si rischia di non assaporarlo.
"A schifiu finiu"...solo il titolo fa ridere. Da dove trova ispirazione?
Da una storia vera che mi ha raccontato mio nonno tanti anni fa. Ricordo che scoppiai a ridere a crepapelle. Spero faccia lo stesso effetto in teatro.
Chi è la compagnia "Smile"?
Ha diciassette anni di teatro all'attivo, una compagnia versatile che sa cimentarsi con i testi dialettali e con quelli impegnati. Una compagnia che ringrazio per aver creduto nel testo e per avermi dato fiducia, cosa non semplice dalle mie parti in cui la diffidenza verso i nomi meno noti regna sovrana!
Sento una nota di amarezza, mi sbaglio?
Non ti sbagli, l'importante è non lasciarsi smontare e continuare a credere in ciò che si fa.
Non mi resta che augurarti il meglio e dare l'appuntamento a venerdì 8 e sabato 9 giugno alle 21,30 all'Auditorium Santa Cecilia a Marsala.
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