28 agosto 2018

Recensione: Zio Ignazio e la gita di Fofò, di Paolo Tortorici.



Sinossi

Romanzo che, pur con uno svolgimento brioso e simpatici campanilismi fra nord e sud, manifesta una forte connotazione antimafia. Alfonso, rimasto solo al mondo, frequenta l’università ed è prossimo alla laurea. Vive in un paesino della Sicilia con “zio Ignazio”, facoltoso possidente terriero. Quell’estate organizza una gita in Sicilia con Paolo, collega universitario e suo grande amico, che vive in Veneto. Durante la gita Paolo intuisce che c’è qualcosa di poco chiaro nell’attività di “zio Ignazio” e informa Alfonso, che dovrà operare una scelta dolorosa e difficile.

Recensione
Alfonzo, giovane studente universitario del Politecnico di Torino, rimasto orfano, viene cresciuto dallo zio Ignazio, che vive in un paese dell’entroterra siciliano. L’uomo vive in condizioni di agiatezza, padrone indiscusso e incontestato di una sorta di fattoria in cui ha alle proprie dipendenze diverse persone,
A Torino, Alfonzo stringe amicizia con Paolo, studente universitario del Veneto. Tra i due giovani nasce un’amicizia sincera e un sano campanilismo che dà spazio nei dialoghi tra i due a momenti di ironia.
I giovani studenti universitari parlano di tutto: amori, politica, economia, società.
In questo modo Alfonzo, che in Sicilia tutti chiamano Fofò, secondo l’antica usanza di storpiare con diminutivi i nomi propri di persona,  avrà modo di raccontare dal un lato di una Sicilia affascinante dal punto di vista paesaggistico e dall’altro di un paese in cui la mafia sembra essere presente in diversi aspetti della vita economica e politica.
Racconti lunghi, dettagliati e realistici.
Fofò invita l’amico in Sicilia per una vacanza, ospite dello zio Ignazio.
Paolo viene accolto con affetto e con molta ospitalità dal padrone di casa, ma il ragazzo si rende conto in pochissimo tempo che lo zio ha un controllo completo della vita del nipote. Ne controlla ogni spostamento, sa sempre dove e con chi si trova e riesce nel suo intento grazie ad una rete di contatti di assoluta fiducia e di persone che sembrano essere a lui particolarmente devote e affezionate.
Le cose appariranno più chiare a Paolo dopo la partenza per il loro viaggio. Il ragazzo, che osserva la vita dell’amico e il rapporto con lo zio con il giusto distacco e senza coinvolgimento affettivo, si rende conto di qualcosa di poco chiaro che a Fofò era sfuggito.
Ne parla con l’amico, temendo la sua reazione e cercando pertanto di trovare le parole più giuste.
Sarà per Fofò come svegliarsi all’improvviso da un lungo torpore, un sogno che diventerà all’improvviso un terribile incubo.
Una storia realistica, raccontata con garbo, semplicità e linearità dove forse il personaggio di Fofò pecca di eccessiva ingenuità. Paolo in pochi giorni si rende conto di ciò che Alfonso non ha capito in tutta la sua vita.
Paolo suggerisce e aiuta l’amico a risolvere tutto con molto facilità.
Nella realtà dubito che la situazione possa avere un epilogo positivo e veloce come nel romanzo.
Lettura consigliata per i numerosi spunti di riflessione che fornisce.



A cura di Silvia M.



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