13 settembre 2018

Recensione "Segreto di famiglia" di Mikaela Bley (eNewton Narrativa)


TRAMA


A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città.La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano…

RECENSIONE


A Stoccolma è una piovosa giornata di maggio, quando la vita viene sconvolta dalla scomparsa misteriosa da un centro sportivo di una bambina di nove anni: Lycke.
Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Come mai era stata lasciata davanti al centro sportivo se l’istruttore tramite mail aveva avvertito che la lezione era stata annullata?
Queste e altre sono le domande a cui cercano di dare delle risposte gli inquirenti e la TV locale che invia sul Posto Ellen Tamm, giornalista di cronaca nera.
La giovane giornalista prenderà a cuore il caso, cercherà di utilizzare il mezzo televisivo per lanciare appelli e tenere alta l’attenzione.
Scoprirà che i genitori di Lycke, Hellen e Harold, sono separati e che quest’ultimo si è risposato con Chloé da cui ha avuto un figlio. Ciascuno di loro sembra nutrire nei confronti della piccola un tiepido affetto, tranne Mona, la tata.
Le indagini di Ellen affiancheranno quelle della polizia. Cercherà testimoni, chiederà in giro, incontrerà personaggi scomodi già in qualche modo note alle forze dell’ordine.
Sembra che ritrovare quella bambina diventi lo scopo delle sue giornate. Un caso di cronaca nera diventa per lei un fatto personale che sconvolgerà la sua stessa vita.
Ellen infatti si esporrà a tal punto da essere minacciata lei stessa in prima persona.
Perché le interessa così tanto quel caso?
Ellen convive da troppi anni con un incubo e un terribile senso di colpa, la tragica scomparsa di sua sorella gemella. Nonostante le terapie seguite, non riesce a scrollarsi di dosso quell’angosciante sensazione e l’impressione ancora peggiore di essere odiata dalla madre. Da quel passato doloroso è influenzata la sua vita presente, il suo modo di pensare e di relazionarsi con gli altri e l’amore.
Ellen è una ragazza sola, come lo era Lycke. Ellen convive con i fantasmi del passato.
Il romanzo, che si snoda attraverso capitoli dedicati a ciascun personaggio, indicando gli orari precisi e i giorni nell’incipit di ogni capitolo, è una difficile matassa da districare, qualche volte persino troppo confusa e intrecciata per il lettore, che magari si vede costretto a tornare indietro per capire dove si era rimasti.
I personaggi maggiori e minori, i nomi, i luoghi sono moltissimi. Qualche volta si fa difficoltà a tenerli a mente.
Il lingua è semplice, fluida e immediata e il finale non scontato e a mio avviso imprevedibile fino alla fine.
Quando infatti la scomparsa di Lycke non lascia più alcuna speranza perché viene ritrovato il suo corpo avvolto in una coperta, solo allora il cerchio si stringe. Il lettore inizia a escludere una serie di potenziali colpevoli e ad avvicinarsi alla soluzione del caso che si prospetterà alla fine. Sarà un finale amaro, doloroso, triste, quasi straziante.
E solo allora Ellen, dopo aver compreso la profonda solitudine e indifferenza in cui viveva quella povera bambina, capirà che lei non è sola, che i suoi genitori non l’hanno mai accusata di nulla per la morte della sorella gemella, ma che è stata lei stessa ad entrare in un vicolo cieco.
Un thriller sicuramente avvincente, ma con un titolo poco appropriato. Di segreti in quella famiglia ce ne sono di certo, ma non riguardano la vicenda della povera Lycke.
Lo consiglio? Certamente, agli amanti del genere.



Silvia M.




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