Trama
Quando una nuova insegnante entra nella vita della giovane Alba, la tranquilla routine della ragazza viene sconvolta dalle attenzioni che la donna inizia a dedicarle.
Alba indaga in silenzio sul passato della professoressa, fino a scoprire un segreto che ne lega le vicende giovanili alla propria famiglia, in un rapporto intriso di misteri, omertà e morte.
Attraverso le vicende di una piccola comunità siciliana tra la seconda guerra mondiale e gli anni Sessanta, il romanzo narra un intreccio d’amore sospeso tra gli orrori di una guerra non ancora dimenticata e un presente votato a una tranquillità soltanto apparente, sconvolta infine da una cascata di eventi che porranno i protagonisti di fronte a un passato irrisolto con il quale saranno costretti a fare i conti.
Estratto
Nel
vederlo così pensieroso, Pasquale gli posò una mano sulla spalla.
«Carlo, la vita va come deve andare. Noi non possiamo
impedirlo. Possiamo solo vivere al meglio, finché possiamo. Non puoi turbarti per ciò che non è ancora
accaduto» disse il fratello più giovane, continuando a mantenere il suo sguardo
sereno.
«E se accadesse, Pasquale? Se l’Italia entrasse in guerra,
che ne sarà di noi, della nostra famiglia,
dei nostri progetti? La guerra annienta e distrugge ogni cosa…»
Carlo
era davvero molto preoccupato.
Michelina entrò in quel preciso
istante, reggendo in mano alcuni panni appena stirati da deporre nell’armadio.
Notando
subito l’espressione turbata del fratello più grande, disse: «Oh Carletto! Se il mio orso
preferito! Corri dalla tua bella, così ti passeranno quei tristi pensieri che
vedo che hai in testa. Da chi avrai preso, poi, questo carattere ombroso?»
Michelina
terminò la frase schioccando un sonoro bacio sulla guancia del fratello.
«Dalla zia Anita! Qualcuno ci doveva pur prendere!» esclamò Pasquale, facendo riferimento alla
sorella nubile della madre.
Michelina
e Pasquale scoppiarono a ridere, riuscendo a strappare un sorriso anche a
Carlo, che ricordava le previsioni catastrofiche di zia Anita sulla vita e sul
futuro, tanto fosche da trasformarla, nei loro discorsi da bambini, in una
specie di Cassandra “borbottante come una pentola di fagioli”.
«A proposito, Michelina!» esordì Pasquale. «Oggi hai da fare?»
La
sorella intuiva che Pasquale le stesse chiedendo un favore. «Certo che sì. Vado a ricamare. Suor Ausilia mi aspetta.»
Pasquale
le si parò davanti per non farla uscire dalla stanza, intrecciando le mani come
se stesse pregando: «Aiutami,
ti prego, non puoi dirmi di no. Da quando ho dato il biglietto a Venere, sei
giorni fa, non ne so più niente. Le devi parlare, in qualche modo. Passa da
casa sua, fingi di essere sua amica, ma per favore dille che l’aspetto domani,
alla messa delle sei, a San Giovanni…»
Pur
decidendo di aiutare l’adorato fratello, Michelina volle farlo cuocere ancora
nel suo brodo: «Non puoi passarci tu, visto
che la segui a distanza?»
Pasquale
alzò gli occhi. Proprio davanti a Carlo sua sorella doveva uscirsene con quel
discorso?
La
reazione del fratello maggiore arrivò immediata: «Pasquale! Che cosa fai? Segui la signorina Venere? Ma che
ti passa per la testa?»
Carlo
non l’avrebbe mai fatto.
Pasquale
allargò le braccia con fare sconsolato: «Io… io
non posso andare a casa sua. Se suo padre mi vede sono un uomo finito!»
Michelina
rise. «Va bene! Lascia fare a me!»
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