Quando è nata in te la necessità di scrivere?
Innanzitutto ringrazio per l’ospitalità e per la possibilità
di raccontare qualcosa di più sui miei romanzi. La necessità di scrivere è nata
relativamente tardi, intorno ai trent’anni. Tutto è iniziato quando ho preso il
pc e ho scritto una scena, una pagina che non so da dove mi fosse venuta in
mente. Per un po’ sono rimaste solo quelle poche righe, poi ho deciso di dar
vita ai personaggi che avevo creato. Quello è stato il mio primo romanzo, che
giace ancora nel famoso cassetto dello scrittore. Chissà, magari dopo una bella
revisione potrei anche provare a pubblicarlo.
Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?
Le fonti di ispirazioni possono essere molteplici ma
principalmente ad accendere una lampadina nella mia mente sono i sogni e le
canzoni: ad esempio per “La memoria di Elvira” sono stati proprio un sogno
molto vivido e una canzone di Alvaro Soler ad aiutarmi a delineare i
personaggi.
Sei una scrittrice metodica o impulsiva?
Assolutamente impulsiva: quando ho scritto la “saga” del
Ritratto alcune volte scrivevo per ore, quasi non riuscivo a stare dietro alle
idee che avevo in mente. Sembrava quasi che Isolde, la protagonista, mi
dettasse la storia. Ultimamente sono diventa un po’ meno ispirata quindi mi
impongo di ritagliarmi dei momenti per mettermi al computer a scrivere, non
sempre però ho le idee per proseguire.
Quando hai capito qual era il genere giusto da scrivere
per te?
Credo di non averlo ancora capito! Scherzi a parte, siccome
scrivo partendo dall’ispirazione non ho in mente a priori un genere preciso. In
genere tutte le storie che raccontano di una storia d’amore che può assumere
però sfumature differenti: adolescenziale, storico, giallo…
Ci sono nuovi progetti per il futuro?
Sono in attesa della pubblicazione di un mio vecchio romanzo
storico ambientato nell’antica Roma, ho in valutazione un romanzo giallo e sto
concludendo un libro ambientato durante la prima guerra mondiale. E chissà,
magari un testo scritto a quattro mani.
Grazie mille per l’attenzione e buona lettura a tutti.
Irene Milani

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