22 giugno 2021

Recensione "Le stanze segrete di Lia" di Francesca Letizia Piccione, a cura di Silvia M.

 


PREMIO SPECIALE ALLA CULTURA 2020 XIX CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE V. ALFIERI.

UNA VECCHIA AUTO GRIGIA CORREVA IMMERSA NELL'OSCURITÀ DELLA NOTTE. ALLA SUA GUIDA C'È UNA DONNA, BELLISSIMA E MISTERIOSA, CON I VESTITI INTRISI DI LACRIME E MACCHIATI DI SANGUE... UN APPASSIONANTE VIAGGIO NEL DOLOROSO PASSATO DI LIA, LA PROTAGONISTA, DA SEMPRE IN LOTTA CON I FANTASMI CHE POPOLANO LE STANZE DELLA SUA ANIMA.... 
UN INCUBO RICORRENTE E INQUIETANTE DIETRO IL QUALE SI CELA UN TERRIBILE SEGRETO... UN AMORE SPEZZATO DALLA CRUDELTÀ DELLA VITA... LA FORZA DI UNA PASSIONE IMPROVVISA E TRAVOLGENTE RIUSCIRÀ INFINE A STRAPPARE LIA DALLE NERE ALI DELLA MORTE?

Recensione a cura di Silvia M.

Il romanzo, liberamente tratto da una storia vera, narra la vita e le vicissitudini di Lia, una donna dal vissuto complesso.

Lia è la protagonista indiscussa del romanzo e la vita viene narrata dall’autrice attraverso la tecnica del flashback.

L’Autrice ci presenta la famiglia di Lia, i genitori, la nonna, gli amici di famiglia. Sembra la storia di una famiglia normale che va avanti tra alti e bassi, fino a quando qualcosa di terribile accade nella vita della bambina. Qualcosa che la segnerà per sempre, un segreto doloroso che porterà per sempre con sé, che turberà il suo cuore e la sua anima e la renderà vittima di incubi ricorrenti e sempre uguali, presagi spesso di accadimenti cattivi che la riguardano da vicino.

Nell’incubo Lia si trova spesso davanti la porta di una stanza segreta, ma in quella stanza lei sa che c’è qualcosa di tremendo e di cui avere paura. Lia si sveglia sempre terrorizzata un istante prima di aprire la porta. Probabilmente la stanza del sogno è la metafora della vita di Lia. Nella sua vita le sfugge qualcosa di evidente ma profondamente doloroso, quasi non volesse vederlo.

Un romanzo complesso e a tratti doloroso perché racconta la vita travagliata di una donna che ha subito dolori e sconfitte, che è stata lasciata sola e incompresa da piccola, una bambina che ha urlato con i gesti, pur senza aprire bocca.

 Lia è piccola e indifesa da bambina, segnata e ferita. Donna complessa da adulta con addosso una profonda sofferenza.

Nella sua vita di donna e moglie c’è solo un affetto e un amore capace di salvarla, quello della figlia, Sara, poco più grande di due anni che sembra segnata dallo stesso destino della madre.

Tuttavia, l’autrice ci lascia con un punto di domanda che lascia intendere che probabilmente ci sarà un sequel della storia. L’amore che lega madre e figlia le potrà salvare?

In questa prima parte del libro, credo di sì.

Lo stile di Francesca Letizia Piccione è semplice e scorrevole e questo è  un grande vantaggio vista la complessità della trama e della storia della protagonista.

I personaggi sono ben delineati e costruiti.

Ho apprezzato le citazioni presenti nell’incipit di ogni capitolo.








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