20 febbraio 2016




Recensione di Una freccia, un sentiero, un Cammino: destinazione Santiago

di Sophia Margò

 

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SINOSSI
Elena, rimasta vedova, affronta un periodo molto difficile della sua vita.
Una sera alcune amiche la invitano al cinema. Da quel momento, si troverà coinvolta in un’esperienza straordinaria che la porterà ad attraversare tutta la Spagna tra incontri speciali, paesaggi meravigliosi, leggende, storia, cultura.
In compagnia di pellegrini provenienti da tutto il mondo, seguirà l’antico Cammino verso Santiago de Compostela.
Ho  deciso di leggere questo libro invogliata da una persona che lo aveva già letto e che aveva realmente compiuto il Cammino di Santiago di Compostela. 

 RECENSIONE

 
Pensavo di trovarmi davanti ad un libro a carattere diciamo religioso. Sono stata piacevolmente sorpresa e conquistata da un libro, scritto sulla base di un’esperienza realmente vissuta, che è un resoconto dettagliato di un bellissimo viaggio che si compone di diverse tappe, tutte quelle che bisogna percorrere per compiere e portare a termine il Cammino di Santiago.

Il libro, attraverso la protagonista, Elena, ci inoltra nell’atmosfera di questa esperienza che credo essere molto intensa e dura, un’esperienza nella quale ci si misura con se stessi, con i propri limiti e le proprie capacità, in cui il pellegrino può stare in comunione con se stesso, con Dio, con i propri pensieri o unirsi in questo viaggio ad altri pellegrini con molta semplicità Nel cammino non ci sono barriere, presentazioni etc. Tutti sono pellegrini accumunati dalla stessa meta, Santiago.

Elena, rimasta vedova molto precocemente, decide di intraprendere il cammino. E’ il sette luglio quando lascia casa sua. Prima di iniziare il Cammino bisogna registrarsi all’ufficio dei pellegrini. Al pellegrino viene consegnato una sorta di tesserino nel quale di  tappa in tappa bisogna farsi mettere il sello cioè un timbro che testimonia l’avvenuto passeggio. I simboli dei pellegrini sono la conchiglia e la freccia gialla.

Elena inizia pertanto questo affascinante percorso a piedi, con  in spalla uno zaino con l’essenziale, un cambio, il sacco per dormire, i sandali da trekking come cambio agli stivaletti. Attraverso vallate e discese ripide, passa attraverso i Pirenei, che sono magnificamente descritti, da un paese all’altro, cammina su terreni incolti, prati erbosi e strade asfaltate, autostrade dove le macchine, incuranti dei pellegrini, sfrecciano a folle velocità, campi di girasoli. Affronta il caldo, l’afa, il fresco delle prime ore del mattino, il freddo, la pioggia, l’assalto dei tafani e peggio ancora il  rischio dei morsi delle cimici, incontra tanta gente da ogni dove. Ognuna ha una storia da raccontare, un vissuto. Figli in viaggio con i genitori, mogli e mariti, famiglie, anziani, personaggi esilaranti e paradossali. Parlano tutti lingue diverse, ma hanno in comune qualcosa che supera ogni barriera. Ed Elena pian piano si scopre più serena. Mette da parte gli affanni e i dispiaceri degli ultimi tempi e si gode quel viaggio a contatto con la natura, sostando nei cosiddetti albergue per i pellegrini. Queste strutture sono delle più disparate, ce ne sono di piccole, di grandi, alcune molto curate, altre sporchissime, alcune gestite da persone molto alla mano e disponibili, altre da persone tutt’altro che disponibili, anzi indisponenti. Ma nonostante tutto ciò, le vesciche ai piedi, i menù del pellegrino non sempre appetitosi, Elena assapora quel percorso non solo da un punto di vista spirituale  e umano, ma anche artistico. Il libro è infatti una piccola guida di arte, attraverso chiese, monasteri, duomi, piazze e molto altro ancora, descritti con precisi riferimenti storici e geografici.

Paese dopo paese, giorno dopo giorno, fino ad arrivare all’agognata meta, Santiago di Compostela. Un lungo percorso che arricchirà la protagonista, che la renderà più felice e più forte tanto da proseguire il viaggio fino all’oceano.

L’ultima parte del Cammino, la descrizione dell’oceano e delle spiagge di sabbie bianche, seppur vissuto sotto la pioggia e un vento molto sostenuto, sebbene sia una parte del viaggio che molti pellegrini scelgono di non fare, è molto emozionante.

Il libro, che è il diario di un pellegrino,  arricchisce,  lascia qualcosa,  induce a riflettere anche sui ritmi frenetici che ci impone la vita e a porci forse una domanda: non sarebbe forse il caso, una volta nella, vita di fermarsi a riflettere?

 

Silvia Maira
5 stelline di valutazione
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