ELISABETH J.K.
La Dark Zone presenta DOPPIA COPPIA, l'esordio
SINOSSI
Claudia e Roberto, marito e moglie, si concedono una giornata in un centro termale, dove ritrovano due vecchi amici: Michele e Lana. L'incontro riporta alla mente di Claudia una serie di ricordi che credeva di aver seppellito sotto la coltre del tempo e della vergogna. Il contraccolpo psicologico è devastante. E comincia a rivivere, in una serie di flashback, l'autunno di vent'anni prima quando lei e Roberto fecero la conoscenza dell'altra coppia. Tra i quattro era nata un'amicizia inaspettata, che tuttavia si era tramutata subito in un perverso gioco di sguardi e allusioni che portarono i protagonisti a varcare il sottile confine tra indipendenza e intimità.
BIOGRAFIA
Elizabeth J. K. nasce nel 1979 a Edimburgo, da padre
scozzese e mamma italiana. Dopo un’infanzia passata tra i vicoli della città e
le highlands, torna in Italia in seguito alla separazione dei genitori. Si
trasferisce quindi a Roma, dove compie studi umanistici fino alla laurea. Svolge
vari lavori fino a decidere di rientrare nella terra natale, grazie all’offerta
di una grossa multinazionale. Attualmente vive nella sua casa poco fuori
Edimburgo, con il suo cane Cooper. Pur avendo sempre amato scrivere fin dalla
più tenera età, solo di recente si è convinta a far girare il suo manoscritto. “Doppia
coppia” è il suo esordio letterario.
ESTRATTI
Il tavolo era un’unica lastra
trasparente di vetro lunga dieci metri e larga almeno tre, sorretta da una
serie di gambe di ferro modellato. Notò che chiunque avesse apparecchiato non
aveva messo la tovaglia. Piatti, bicchieri e posate erano disposti direttamente
sul vetro.
Roberto e Claudia si guardarono. Poi fu
l’uomo a fare l'atto di sedersi.
«No, mio caro, non là» Lana lo fermò.
«Quello è il mio posto. Scusami, ma mi piace disporre i convitati secondo i
miei schemi. Beh, oggi siamo solo quattro, ma ci sono volte in cui mi piombano
in casa anche trenta-quaranta persone e desidero che tutto segua un ordine
rigoroso.»
«Figurati, Lana, dimmi tu dove mi devo
mettere.»
«Là!» e indicò un posto. «Io starò di
fronte a te, Claudia accanto a me e Michele davanti a lei. Non è meglio così?
Mischiamo queste coppie, su!»
Lana lo fissò negli occhi. Roberto
guardò lei, poi il piatto, poi di nuovo lei.
E la vide allargare le gambe sotto il
tavolo di vetro.
Lana Bussolan, la sua giovane e
avvenente cliente, non indossava gli slip. E, nel sedersi, la gonna le era
salita a tal punto che Roberto vide ciò che aveva tra le gambe sullo sfondo
delle sedie color avorio.
Distolse lo sguardo imbarazzato
voltandosi prima verso Claudia, poi verso Michele.
Trasse un sospiro di sollievo nel
rendersi conto che nessuno dei due se ne era accorto. Afferrò il bicchiere e
mandò giù una sorsata generosa di rosso. Tossì, il vino era forte, non era lo
stesso che avevano portato lui e Claudia.
Di nuovo Lana gli fece intendere di
avvicinarsi. Lui non si mosse.
Michele intanto aveva affondato una mano
tra le gambe della moglie. E il vestito si era sollevato a mettere in bella
mostra tutto quello che c’era sotto.
Roberto deglutì senza riuscire a
staccare gli occhi dal culo di Lana, così sodo e perfetto da sembrare quasi
finto. La mano di Michele si insinuava nella vagina allargandola e facendo
mugolare la donna di soddisfazione.
Lana gemette di piacere, attirando la
loro attenzione.
Pur contro la sua volontà, Roberto
trovava la scena eccitante come mai avrebbe immaginato. Notò che Lana era un
fascio di nervi tesi. Sentì i pantaloni tirare all’altezza del cavallo.
Claudia se ne rese conto, nonostante i
fumi dell’alcol e lo stordimento.
Pensò che avrebbe dovuto sentirsi offesa
come donna; pensò perfino che avrebbe dovuto dare uno schiaffo a suo marito.
Ma non fece nulla di tutto ciò.
Quella scena, per una qualche
inspiegabile ragione, stava eccitando anche lei.
Quello di Lana fu un sussurro, un
istante appena prima che Michele le sfilasse il vestito dalla testa lasciandola
nuda. La luce del fuoco si rifletteva sulla sua pelle di porcellana.
Poi, in maniera inaspettata, Lana fece
qualcosa che nessuno dei suoi due ospiti si aspettava: si alzò in piedi, spinse
via suo marito e, ancheggiando, andò verso Roberto.
Gli si fermò davanti. Abbassò una mano e
gliela appoggiò sulla coscia. Cominciò quindi a guidarla verso l’inguine. Prima
che arrivasse a destinazione, però, la mano di Claudia la bloccò.
«Che… che fai?»
«Quello che dovresti fare tu e che
invece non stai facendo» ribatté Lana. I suoi occhi dardeggiavano sfida e
passione. Il volto della ragazza era bellissimo, candido come una scultura
d’alabastro. E le labbra ardevano di un rosso intenso, nonostante i baci
appassionati di Michele.
Fece per riprendere a salire, ma Claudia
non le mollò il polso. Lo sollevò, anzi, e lo spinse via.
Lana arretrò. Poi si sedette sul divano
accanto a suo marito, sollevo i piedi sul tessuto e allargò le gambe mettendo
in mostra il rossore della sua vagina.
La stava provocando, inutile
nasconderlo.
«Che hai detto?»
«Mi hai sentito bene.»
«Forse. O forse no. Che hai detto?»
«Che è piaciuto anche a me.»
«Cosa?»
«Cosa secondo te?! Farmi scopare da te!
Quella situazione… tutto! Mi eccitava vedere quella donna che si ostinava a
sfidarmi e mi eccitava l’idea di farmi scopare da te così, in quel modo.»
«Dici davvero?»
«Dico davvero.»
L’uomo scese dalla gola al petto. E
quando arrivò al seno Claudia lo prese e glielo porse come un’offerta
sacrificale. Lui spalancò la bocca avida e lo agguantò. Lo infilò fra le labbra
e cominciò a succhiare così forte che Claudia mugolò di dolore. Ben presto,
però, quel dolore si trasformò in piacere e lei lo invitò a insistere, a
continuare, a succhiare. Voleva sentire quel dolore, voleva che lui le facesse
male.
Perché male era piacere.
Tra le gambe sentiva la vagina
esplodere, gonfia e turgida come non ricordava di averla mai avuta. Sentiva i
suoi umori bagnarla e colare caldi e densi come il gel più afrodisiaco che
fosse mai stato creato.
Voleva toccarsi, voleva essere toccata e
voleva vedere.
«Sei venuta?»
Roberto la costrinse a guardarlo. Quello
di suo marito era stato un sussurro roco, ma a lei piacque. Gli piacque il modo
in cui era suonata rauca la sua voce e gli piacque che fosse ancora mezzo
vestito, che avesse ancora molto da darle.
«Sì, ma non pensare di fermarti.»
L’espressione di Roberto si tramutò.
Claudia l’avrebbe definita famelica.
«Non ne ho alcuna intenzione.»
Claudia chiuse gli occhi ebbra di
piacere.
Era già venuta, ma voleva venire ancora
e ancora.
Non godeva così da cinque-sei anni. E
non si sentiva così eccitata da… mai, cazzo! Non era mai stata così eccitata!
Sentì la fica gocciolare e per un
attimo, una frazione di secondo breve come un battito di ciglia, si sentì in
imbarazzo. Poi mandò tutto a fanculo e se ne fregò. Era eccitata, era normale
che la sua fica gocciolasse. Diavolo, poteva essere un fiume in piena e non se
ne sarebbe preoccupata.
Poi le prese la mano e le condusse
l’indice dentro se stessa.
Oltre la sua era la prima fica che
Claudia toccava in vita sua. E le piaceva da impazzire.
Cominciò a muovere la mano, mentre
Roberto la scopava da dietro dandole colpi secchi, inflessibili. Stava morendo
di piacere ed era la morte più dolce che potesse immaginare. Era già venuta due
volte, una specie di record per lei. Ma a smettere non ci pensava minimamente.
Voleva scopare, voleva godere, voleva toccare Lana fin nel profondo, infilarle
anche tutta la mano dentro, se ci fosse riuscita.
Poi sollevò la testa e vide Michele.
L’uomo la guardava con aria animalesca.
Era così eccitato che il pene gli pulsava con quell’enorme glande violaceo che
sembrava ardere dal desiderio.
Andò su e giù, succhiò forte, assaporò,
leccò e all’improvviso fu investita da un getto di sperma che la colpì alla
gola.
L’istinto le disse di togliersi. La fica
le ordinò di non muoversi e di ingoiarlo tutto.
E così fece. Ingoiò tutto quello che lui
le diede e le piacque.
Roberto la guardò. Poi si chinò in
avanti e sputò tra i glutei di Lana ancora china in avanti.
Claudia lo vide.
E intuì all’istante che cosa volesse
fare suo marito.
E Lana, se anche lo aveva compreso, non
diede segno di aver nulla da obiettare.
Lui estrasse il pene grondante saliva
dalla bocca di sua moglie, lo poggiò tra i glutei di Lana e infine lo puntò
verso il suo ano.
Lana allungò la mano e glielo prese.
Roberto pensò che volesse fermarlo. Invece, con sua enorme sorpresa, la donna
lo guidò verso quel buco stellato che lui tanto desiderava. E cominciò a
spingerselo dentro.
Lana uggiolò. Lui pensò che fosse
dolore, invece era solo e soltanto piacere.
L’uomo abbandonò malvolentieri la bocca
di sua moglie, ma, quando si voltò, vide che l’altra donna reggeva in mano un
vibratore. Glielo lanciò e lui lo afferrò al volo. Poi la guardò senza capire.
«Mettimelo dove vuoi…» Mosse un passo e
gli fu accanto. «Dove vuoi…» ripeté sussurrandoglielo all’orecchio.
La delusione sul volto di Claudia fu ben
più che evidente. Decise quindi di giocare diversamente e, dopo avergli
lanciato un’occhiata densa di significato, gli fece cenno di raggiungerlo. Lui
le sorrise, ma, prima che potesse avvicinarsi, Lana si intromise; si piegò in
avanti cominciando a leccarle la vagina. Claudia fu presa alla sprovvista. E
forse per questo le piacque ancora di più.
Una donna la stava leccando nella sua
intimità e la cosa, invece di darle fastidio o peggio ancora di disgustarla, la
eccitava oltre ogni sua aspettativa. Allungò le mani e allargò le grandi
labbra, dando modo a Lana di affondare con la sua lingua, più piccola di quella
di Michele ma allo stesso tempo più delicata.
Claudia gemette e a quel punto fece
qualcosa che non credeva possibile: allungò la bocca e leccò a sua volta la
fica di Lana.
L’altra donna non sembrava aspettare
altro e gliela concesse con estremo piacere, in un “69” tutto al femminile che
sembrò eccitare Michele più del dovuto. L’uomo tornò ad avvicinarsi, si mise
dietro sua moglie e la penetrò con un solo colpo. Lana urlò e non sembrò solo
piacere. Ma continuò a leccare Claudia gemendo al tempo stesso sotto i colpi
implacabili del marito, che pochi attimi dopo prese un vibratore e glielo
infilò nell’ano.
Questa volta Lana fu costretta a
fermarsi, un piacere liquido e intenso che le risaliva inondandole la pancia.
Si sentiva scossa e non soltanto per i colpi che le infliggeva suo marito, ma
anche e soprattutto per quel piacere intenso che non ne voleva sapere di
abbandonarla.
Il membro di Michele era enorme e lei lo
sentiva entrare piano, dilatare all’inverosimile la sua vagina e toccare punti
che nessuno aveva mai neppure sfiorato prima. Le piaceva da impazzire. In un
solo istante di lucidità si ritrovò a pensare che era la cosa più bella che
avesse mai provato.
C’era del dolore in sottofondo, ma era
appunto solo un corollario, qualcosa che, anzi, contribuiva a rendere quella
penetrazione un vortice di piacere nel quale lei cominciò a precipitare senza
neppure rendersene conto.
Claudia non riusciva a credere a ciò che
stava provando. Era piacere allo stato estremo, un godimento che le risaliva
lungo la schiena insieme al pene. Si sentiva quel membro turgido e gonfio fin
nella pancia e si domandò se le stesse per caso spostando qualche organo.
Sapeva che era solo follia e si lasciò
andare a quella sensazione. Michele non finiva di spingere e lei si domandò
quanto ancora ne avesse da darle.
Ognuno degli uomini con cui era stata a
quel punto era già arrivato alla fine della propria virilità.
Michele invece continuava ad affondare e
lei continuava a sentirlo andare avanti, a spingere, a farsi largo dentro di
lei.
Claudia si sentiva piena, lo sentiva fin
quasi allo sterno e sentiva le pareti della vagina dilatate all’inverosimile.
Fremeva e uggiolava. Le piaceva a tal punto da domandarsi perché diavolo avesse
aspettato così tanto, perché non se lo fosse fatto mettere dentro fin dalla
prima volta.
Fu a quel punto che Michele cominciò a
scoparla davvero.
E lei capì che il Paradiso in terra
esisteva.
Lana si sollevò in piedi richiamando su
di sé l’attenzione di Claudia. La prese per le mani e la attirò a sé,
baciandola senza dire nulla.
La donna restò impietrita per una
frazione di secondo; poi si ritrovò a ricambiare quel bacio in un misto di
eccitazione e panico. In pochi istanti la lingua di Lana si insinuò nella sua
bocca e lei poté sentì il suo stesso sapore sulle labbra di quella donna.
Mai avrebbe creduto di farsi trascinare
in una cosa del genere.
Mai.
Invece si ritrovò non soltanto a farlo,
ma anche a ricambiare e a godere di quel bacio saffico che la faceva sentire,
paradossalmente, ancora più donna.
Solo allora Claudia si rese conto di
essere bloccata. Anche se avesse voluto non sarebbe riuscita a liberarsi, né a
muovere le mani, saldamente contenute dietro la schiena. Pensò che si trattasse
di manette giocattolo, di quelle che si vendono nei sexy shop. Invece le bastò
un’occhiata veloce per scoprire che erano fin troppo vere.
Il panico le esplose nel petto,
salendole alla gola e da lì alla testa.
Non poteva fare nulla, era nuda e
incapace di muovere le mani.
Sentì il terrore crescere dentro di lei.
E tuttavia, in un istante fugace, quella paura divenne ancora una volta
eccitazione. Non lo credeva possibile, ma il fatto di essere bloccata la
stimolava perfino più di quanto avrebbe mai immaginato. Era in balia di Lana e
di Michele; era un oggetto nelle loro mani ed entrambi avrebbero potuto farle
tutto ciò che volevano.
Non poteva muoversi.
Non poteva neppure spostarsi.
Tutto ciò che poteva fare era continuare
a leccare il cazzo enorme di Michele, farsi scopare la fica da Roberto e l’ano
dal dito di Lana.
Venne e godette, sentì il suo liquido
caldo scivolare a terra, bagnarle le cosce, le caviglie, riempire il pene di
Roberto e tuttavia non le importava nulla. Per alcuni secondi fu come se non
facesse neppure parte di quella stanza; come se non fosse neppure un essere
vivente dotato di un corpo terreno.
Claudia fu piacere.
Solo e soltanto piacere.
THE DARK INTERVISTA
Lasciamo la parola
all’autrice:
▪
Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?
Per prima cosa
grazie per lo spazio che mi state dedicando. Credo perché può trovarci qualcosa di
nuovo, che non si trova in altri romanzi di questo genere. L’erotico è stato
sfruttato parecchio negli ultimi due-tre anni. E col tempo mi pare abbia
esaurito molta della sua carica. Io ho cercato di rinverdirlo, con una storia
che non fosse fine a se stessa. L’atto sessuale, ancorché esplicito e presente
in tutto il romanzo, non è mai fine a se stesso. E la protagonista non è la
classica segretaria che incontra il bello e dannato, ma una donna complessa,
con sogni, speranze e progetti, ma anche con le sue debolezze, le sue delusioni
e la sua monotonia.
▪
Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi
di continuità con il genere o con la tradizione?
Come dicevo poco sopra, l’innovazione sta in
una trama complessa, che non ha nulla da invidiare ad altri romanzi di altro
genere, ritenuti dalla critica più “seri”. Faccio di nuovo riferimento alla
protagonista per sottolineare come sia un personaggio a tutto tondo, non certo
la classica “bambolina” che si fa travolgere dalla passione. La storia stessa,
come dicevo, è ben articolata e avrà uno sviluppo che, a mio avviso,
sorprenderà il lettore. Per quel che riguarda gli elementi di continuità,
invece, sottolineo che ho mantenuto la fortissima carica erotica che il genere
impone, con scene mai volgari, ma allo stesso tempo molto sensuali e cariche di
passione. Mi piace pensare che questa storia spinga le persone a farsi delle
domande e a immedesimarsi nei vari personaggi.
▪
Che cosa ti ha spinta a scrivere?
Scrivo da diversi anni. Avevo già buttato giù
diverse storie in cui passione e carnalità si intrecciano. Con “Doppia coppia”,
però, è stato diverso. Ho avuto l’ispirazione sulla storia in un momento ben
preciso, tanto che appena rientrata a casa mi sono messa al computer. In una
settimana il romanzo era scritto.
▪
Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le
fonti di ispirazione?
La storia nasce,
come dicevo, da un episodio ben particolare. Proprio come la protagonista,
anch’io ero in una località termale. E proprio come lei ho incontrato un
vecchio amico. Da lì la mia mente ha cominciato a galoppare e mentre mi
rilassavo nell’acqua bollente pensavo a che cosa sarebbe potuto venire fuori.
Una volta a casa avevo tutta la storia in mente, con i personaggi e la struttura
principale. Da lì ho dovuto solo assecondare i protagonisti nelle loro passioni
e desideri.
▪
Quando scrivi? E come? in modo organizzato e
continuo o improvviso, discontinuo?
Di solito sono molto
organizzata quando scrivo. Ma come sottolineavo, questa storia è venuta
prepotente e quindi l’ho assecondata scrivendo di getto. Ho scritto in maniera
quasi continuativa per una settimana al termine della quale il romanzo era
pronto. Era venuto così naturale che perfino la fase di editing e revisione è stata
molto veloce, perché il risultato iniziale era molto simile a quello che volevo
ottenere e quindi non ho dovuto lavorarci troppo.
▪
Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo
libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione
dei tuoi potenziali lettori?
Diciamo che sono
ancora agli inizi con questo romanzo. Ho alle spalle una casa editrice grande,
la David&Matthaus, che mi sta aiutando e si sta occupando molto della
promozione. Hanno creduto fin da subito in me e nella mia storia e di questo li
ringrazio. Io faccio il mio, però. Mi sono affidata a un giornalista, Stefano
Mancini, che cura l’aspetto dell’ufficio stampa e dei contatti con i media. E a
una bravissima blogger, Francesca Pace, che si sta occupando della promozione
sul web di “Doppia coppia”, anche attraverso una pagina Facebook dedicata.
▪
Progetti per il futuro?
Beh,
tutto dipenderà da come andrà questo romanzo. Io ovviamente continuo però a
scrivere, perchè non potrei fare altrimenti. E ho in mente anche la stesura di
un nuovo romanzo erotico, con una storia tutta diversa rispetto a questo, ma
come sempre con una trama solida e realistica.
▪
Tre persone da ringraziare
Beh, direi Francesca Pace, la mia blogger; Stefano Mancini,
il mio addetto stampa e Giovanni, il mio editore in David&Matthaus. E visto
che non è una persona ci metto anche Cooper, il mio cane.
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