La Dark Zone edizioni presenterà moltissimi nuovi titoli al saline internazionale del libro di Torino, conosciamo il nuovo lavoro di DANIEL DI BENEDETTO
IL PENSO DELLA COLPA
SINOSSI
Il corpo avvolto tra le lenzuola, le mutandine sfilate e il sorriso di Anna che non tornerà più. Il maresciallo Giuseppe Occhipinti deve indagare sulla morte di quella ragazza che aveva imparato ad amare come un padre e come un fratello. Ricostruire la vita di una persona che pensava di conoscere e che scoprirà essere sempre più lontana dall'idea che aveva di lei. Notti brave, droga, amori fugaci. Una storia raccontata a più voci e che viaggia su binari paralleli fino a ricongiungersi in un finale dove niente è davvero quello che sembra, in un crescendo di adrenalina senza alcun filtro, sullo sfondo di una Torino mai così viva e pulsante prima d'ora.
ESTRATTO
Sei partita, improvvisa come la notte e luccicante come la
scia di una cometa. Sei una stella nel cielo infinito ora, Anna. E mi succede
da sempre una cosa strana, quando vinco la mia ritrosia e mi lascio convincere
a guardare le stelle. Fin da quando ero solo un bambino, ricco di sogni e di
progetti da realizzare, ogni volta che la notte si presenta al gran
completo e si lascia guardare, inizio a piangere. Commosso dalla bellezza del
firmamento e dall’immensità del contrasto meraviglioso tra buio e luce, la
vergogna nel lasciare trasparire le emozioni che ho dentro diventa uno sfogo
che mi dà forza, linfa nuova.
«Papà, come nascono le stelle?» chiedevo spesso allora. E mio padre, uomo dai principi morali
integerrimi, ma profondamente allergico a tutto ciò che poteva significare
debolezza davanti ai figli e religiosità bigotta, mi guardava di sottecchi
senza dire mai nulla. Una sera però, la notte del dieci agosto di tanti anni
fa, a quella solita e innocente domanda diede una risposta. Con un sospiro che
sembrava provenire dal punto più profondo della sua anima, mi prese in braccio,
facendomi accomodare sulle sue ginocchia.
Guardò in alto, indicando un punto immaginario in mezzo al
cielo e mi disse semplicemente: «Giuseppe, dimmi un po’. Riesci a contarle tutte?
Quante stelle vedi? Dieci, cento, mille. Un milione e forse ancora di più. Ora,
ti dirò una cosa. È un segreto che non conosce nessuno, mi raccomando. La
realtà è questa: ogni sera, nel cielo spuntano decine di nuove stelle. Sono
angeli, persone che non sono più qui con noi.»
«Nel senso che sono andate via per sempre, papà?»
«Sì, in un certo senso sì. Sono lontane, nel cielo. Ma
siccome a loro manchiamo allo stesso modo in cui mancano a noi, queste persone
continuano a guardarci e lo fanno da lassù. Ci proteggono, ci guidano. Quando
abbiamo voglia e sentiamo il bisogno di salutarli, basta alzare la testa e fare
ciao, così, con la mano aperta.»
«Così?» chiesi immediato, distendendo le
braccia e iniziando ad agitare le mani in cenno di saluto all’infinito.
«Bravo, Peppe. Proprio così. E ti dirò di più, ma mi
raccomando non lo svelare a nessuno. È un segreto per pochissimi, questo. Le
stelle hanno la capacità di rispondere al tuo saluto. Se le guardi
attentamente, dopo qualche momento potrai vedere la tua stella protettrice
brillare un po’ più forte. Significa che ti sta abbracciando. Che ti sta
proteggendo. Non dimenticarlo, Peppe. Questo è un segreto, da uomo a uomo. Me
lo prometti?»
Mi persi nell’abbraccio che mi regalò. Fu uno dei pochi mai
ricevuti da lui. Fu certamente l’ultimo. Il giorno dopo morì all’improvviso,
senza darmi il tempo di salutarlo un’ultima volta. Senza ringraziarlo per il
tempo che aveva passato con me, insegnandomi molte più cose di quante pensasse
di avere fatto. Da allora, ogni volta che di notte guardo il cielo, cerco la
mia stella protettrice, salutando con la mano aperta l’infinito e immaginando
lo sguardo severo e fiero degli occhi di mio padre sorridere. Lui non era
morto. Era andato in cielo a guardarmi, trasformandosi in stella.
E tu Anna, adesso sei accanto a lui. Salutamelo e stringilo
forte in un abbraccio. Fallo per me, se puoi.
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