Intervista a cura del gruppo Sognatori Erranti
Quando è nata in te la necessità di scrivere?
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Prima di tutto, buongiorno a tutti. La necessità
d’esprimermi tramite una qualsiasi forma artistica è nata molto presto, ho
scritto la prima poesia a dieci-undici anni, ma l’approdo alla scrittura in realtà
è stato piuttosto complesso. Ci sono arrivato dopo aver tentato la via del
disegno, della musica e della recitazione. Il tutto col terrore di mostrare
davvero i miei lavori a qualcuno. Poi una poesia al liceo ha sbloccato tutto.
M’ha spinto a scrivere il primo libro (una schifezza senza precedenti) e da lì
non mi sono più fermato. Non credo riuscirei a farne a meno.
Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?
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Da tutto. Davvero. Adoro sperimentare generi
diversi, imparare i trucchi dietro storie differenti, scoprire la bellezza di
altri lidi. Questo mi porta a rubare elementi da qualsiasi tipo di medium, dai
film ai fumetti, dai libri altrui a episodi di vita quotidiana, dai cartoni
animati alla musica, dai lavori d’animazione ai videogiochi. Dovessi citarli
tutti staremmo qua una settimana, quindi mi limito a uno per tipo: Braveheart,
Ratman, Brandon Sanderson, Cowboy BeBop, Alter Bridge, Dragon Trainer, Mass
Effect. Bastano?
Sei uno scrittore/scrittrice metodico o impulsivo?
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Mi barcameno tra le due formule. Sono di base un
impulsivo che scriverebbe solo sotto forte ispirazione, ma ho imparato a darmi
un po’ di disciplina. Diciamo che almeno adesso, quando mi sveglio di notte con
l’ideona del secolo, ho un’agenda ad aspettarmi e non mi scrivo tutto sul
braccio per poi svegliarmi la mattina con un paciugo illeggibile.
Quando hai capito qual era il genere giusto da scrivere per
te?
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Mai? Mi piace scrivere e mi piacciono le storie,
quindi fatico a vedere una netta distinzione di generi. Anzi adoro quando
diverse tipologie si contaminano tra loro. Certamente, laddove regna
l’avventura e l’ironia mi sento un po’ più a casa, ma credo che un buon libro
debba reggere a prescindere dall’ambientazione o dai canoni di genere.
Ci sono nuovi progetti per il futuro?
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Assolutamente sì. Così tanti che fatico a starci
dietro. Al momento sto lavorando a un romanzo distopico, di quella bella
distopia inquietante vecchio stile, a un paio di sceneggiature teatrali e a una
rocambolesca storia di pirati. Non mi dispiacerebbe, però, mettere mano a un
ipotetico seguito della Fiamma Azzurra e a un fumetto.
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