"La capacità di interrogarsi, secondo il floricoltore, era il principio di qualunque rivoluzione..."
Nel mese di febbraio del 2014, Frank Iodice ha lasciato lavoro, famiglia e amici, ed è partito per Montevideo. Non aveva i soldi per il biglietto di ritorno, soltanto un indirizzo e un quaderno bianco. Voleva incontrare José "Pepe" Mujica, ex Capo di Stato uruguayano, guerrillero rivoluzionario, e scrivere una storia ispirata alla sua vita. Per farlo, ha vissuto per mesi nei cantegriles, presso alcune famiglie incontrate sul posto. La domenica, cucinava le lasagne per tutti. Molti bambini non avevano mai provato l’olio d’oliva.
Questo testo è distribuito gratuitamente nelle scuole in formato tascabile. È stato concepito con l’idea che i ragazzi e le ragazze se lo passino sotto i banchi di nascosto durante le lezioni, preparando la loro piccola rivoluzione culturale. La gioia più grande da quando questo progetto è iniziato è stata infatti la reazione degli studenti. Vederli così interessati ha dato a Frank e ai suoi collaboratori la conferma che in ogni giovane pensatore potrebbe esserci un futuro Pepe Mujica.
Recensione a cura di Silvia M.
Un racconto scritto con grande semplicità che offre importanti spunti di riflessione: come trascorriamo la nostra vita? Qual è la qualità del nostro tempo? Siamo realmente felici della vita che facciamo?
"Seneca era stato il maggior stoico tra i pensatori; aveva detto che la felicità non è una condizione dell'essere umano ma la sua più grande passione. Era stato il primo a dirlo; dopo di lui, tanti altri filosofi avevano condiviso le sue parole. Tutti dovevano essere morti felici."
Un anziano floricoltore e un giovane barista si troveranno, per caso, a parlare di questi temi, in modo informale, in un bar polveroso, davanti ad un caffè servito in un bicchiere altrettanto impolverato.
In quel bar, vicino Plaza Independencia, il floricoltore, che rappresenta l'esperienza, racconta la sua vita al giovane barista che rimane sempre più affascinato dall'anziano che, utilizzando un linguaggio semplice, parla anche di ideali e rivoluzione. Il floricoltore, parla anche di amore, ma soprattutto di felicità, di come sia importante per ogni individuo vivere una vita soddisfacente, assaporare le giornate, utilizzare al meglio il proprio tempo per non trovarsi, alla fine dei giorni, a vivere di rimpianti.
Un racconto breve e intenso che ci suggerisce di farci sempre delle domande, perché, come osserva il floricoltore, le più grandi rivoluzioni sono sempre nate da grandi interrogativi.
L'autore tralascia il nome del floricoltore e del barista perché in questo racconto non sono importanti i nomi, ma ciò che si pensa e si dice e il bagaglio che ogni uomo porterà con sé lungo il corso della propria vita. Tuttavia, descrive con cura quel polveroso bar e lì, in un angolo nascosto e buio, c'è un vecchio pianoforte che nessuno suona più probabilmente da molto tempo.
"Abbiamo sacrificato i vecchi dei immateriali e occupiamo il tempo con il dio denaro che ci dà l'illusione della felicità, sembrerebbe che siamo nati per consumare, per avere… e quando abbiamo avuto tutto ciò che si può comprare, vogliamo di più. […]qual è il prezzo di tutto ciò? Il sacrificio delle relazioni? l'amore? l'amicizia? la famiglia? non avere più tempo da dedicare alla vita vera? Sostituiamo le foreste con il cemento, da camminatori diventiamo sedentari, curiamo l'insonnia con le pillole e la solitudine con l'elettronica...ma siamo felici?"
Un racconto che consiglierei ai giovani di oggi, immersi in una realtà fittizia e virtuale che sta progressivamente perdendo il contatto con la realtà e l'importanza dei valori della vita.


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